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Il ratto marrone

Il ratto marrone è un mammifero roditore che appartiene alla famiglia delle Muridi. Oltre che con il termine “ratto marrone”, questa specie è indicata con gli appellativi di rattus norvegicus, ratto grigio, ratto delle chiaviche, ratto di fogna, surmolotto e pantegana. Amante dei luoghi umidi e stagnanti, il ratto marrone tende a formare colonie infestanti nelle fognature, nelle discariche e in altre zone caratterizzate da carenza di igiene e scarti di cibo.

Originario del continente asiatico e in particolare della Manciuria, questo ratto è arrivato in Europa nel periodo medioevale, a seguito dei mercanti e dei viaggiatori provenienti dall’Asia; in Italia ha cominciato a diffondersi alla metà del XVI secolo.

Durante la rivoluzione industriale, nel corso del XIX secolo, la proliferazione del ratto marrone è stata incoraggiata dalle cattive condizioni igieniche dei quartieri urbani più poveri. Oggi, il rattus norvegicus è diffuso su tutto il pianeta a causa della sua grande capacità di adattamento: recenti studi hanno rilevato che, dopo l’essere umano, questo roditore rappresenta la specie più popolosa al mondo.

Ratto marrone: caratteristiche fisiche

Il ratto delle chiaviche ha una lunghezza che può variare dai 18 ai 40 cm. Il manto, di colorazione grigia o bruna, è più chiaro sul ventre e ricopre tutto il corpo ad eccezione delle orecchie, della coda e delle zampe. Di corporatura robusta, il rattus norvegicus differisce dalle altre tipologie di ratto soprattutto per l’aspetto della coda, che nel suo caso è corta, spessa e con una tonalità più scura nella parte superiore.

Il cranio ha una forma squadrata, mentre il resto del corpo presenta una particolare morfologia “piriforme”, con la parte posteriore arrotondata.

Gli arti sono privi di pelo: le zampe anteriori sono più corte rispetto a quelle posteriori. Gli occhi, molto piccoli, sono molto sensibili ai cambiamenti di luminosità: a parte questa caratteristica, la vista del ratto marrone non è particolarmente acuta. Questa debolezza è compensata da un olfatto molto sviluppato che si concentra nelle sottili e sensibilissime vibrisse posizionate sul muso.

Ratto marrone: habitat, comportamento e alimentazione

A differenza del ratto nero che predilige i luoghi asciutti, il ratto marrone mostra una spiccatapreferenza per le zone umide e in particolare per gli scarichi, le fognature, i fossi con acqua stagnante, i parchi e i giardini. Diffuso sia nei centri urbani che nelle zone rurali, questo roditore attacca e contamina campi coltivati, dispense e magazzini di derrate. Nelle abitazioni, il ratto marrone stabilisce la sua tana in lunghi cunicoli scavati sotto i pavimenti.

Queste tane hanno una struttura complessa, articolata in vari ambienti con destinazioni distinte: alcuni fungono da magazzino per le riserve alimentari, altri, appositamente riservati al riposo, sono rivestiti di materiali di vario genere quali erba, plastica o carta. Questo ratto dorme di giorno ed è attivo durante le ore notturne: nonostante la vista debole, riesce perfettamente ad orientarsi al buio grazie alla eccezionale sensibilità delle sue vibrisse.

Trattandosi di una specie onnivora, l’alimentazione comprende ogni tipologia di cibo; tuttavia, il ratto marrone mostra una forte predilezione per la carne e i cereali. In caso di necessità, il suo intestino tollera bene anche “cibi” insoliti come il sapone.

Le pantegane si riproducono in ogni periodo dell’anno: la gestazione dura circa 20 giorni, al termine dei quali la femmina partorisce dai tre ai quindici cuccioli. In natura, la vita media di questa specie si aggira sui due anni di età, ma in alcuni casi può anche raggiungere i quattro anni.

Le malattie trasmesse dal ratto marrone

Contaminando alimenti e superfici con l’urina e le feci, il ratto marrone è un potente veicolo di agenti patogeni, sia per l’uomo che per altri animali. La malattia più frequentemente trasmessa da questo ratto è la leptospirosi. L’infezione viene diffusa da un batterio stanziato nei reni dei roditori, che viene rilasciato nell’ambiente attraverso l’urina.

Il contagio avviene soprattutto con l’ingestione di acqua infetta; in presenza di microlesioni della pelle, però, il batterio può infettare anche con il semplice contatto (lavandosi con acqua contaminata, ad esempio). Fra le altre gravi patologie trasmesse dai surmolotti ci sono la salmonellosi, il tifo e la febbre da morso di ratto.

Riconoscere e combattere un’infestazione da ratto marrone

Questo ratto depone i suoi escrementi fino a 130 volte al giorno: il primo segnale di una infestazione, quindi, è sicuramente la presenza delle sue feci. Queste sono più grandi e meno appuntite rispetto a quelle dei ratti neri dei tetti. Altri indizi sono le macchie di urina e di unto, gli squittii e i rumori di rosicchiamento sotto i pavimenti, la presenza di materiali rosicchiati, l’accumulo di terra di scavo e di residui di cibo.

Un intervento di derattizzazione professionale con trappole, esche ed altri sistemi ecologici d’avanguardia è la soluzione migliore per eliminare il problema in modo efficace, sicuro e risolutivo.

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