Gli strumenti veramente utili per le riparazioni domestiche sono relativamente pochi: le apparecchiature complesse e costose non sono necessarie per i normali lavori di casa.
La cassetta degli attrezzi dell’elettricista: Cacciaviti
È necessaria almeno una serie di cacciaviti nei formati piccolo, medio e grande e nei due tipi a lama piatta e a croce. Hanno il manico e lo stelo isolato per evitare folgorazioni: solo la punta rimane libera.
Forbici e tronchesi
Differiscono dai normali attrezzi per l’impugnatura rivestita con materiale isolante.
Pinze spelafili
Servono per tagliare il tratto terminale della guaina isolante dei cavi senza correre il rischio di incidere il rame dei conduttori.
Morsetti
Sono utilizzati per le giunzioni di cavi all’interno delle scatole di derivazione.
Saldatori a stagno
Ne esistono vari modelli più o meno costosi. La punta del saldatore, una volta collegato all’impianto elettrico, si scalda e permette di fondere una lega di stagno e piombo usata come legante tra le parti da saldare. La punta del saldatore tende a ossidarsi e deve essere pulita frequentemente. Quando si salda è bene ricoprire le parti da unire con un po’ di pasta disossidante; questo serve per essere sicuri che l’unione delle due parti sia perfettamente avvenuta.
La cassetta degli attrezzi dell’elettricista : Il Multimetro
Il multimetro elettrico digitale (tester digitale) racchiude in sé tre strumenti: il voltmetro, per la misura (in volt) della tensione presente tra i puntali dello strumento, l’amperometro, per misurare (in ampere) la corrente che lo attraversa e l’ohmmetro, per la misura delle
resistenze elettriche (in ohm). Ha un selettore che permette di misurare sia correnti continue sia correnti alternate, e consente inoltre di variare la portata, cioè il massimo valore di corrente o di tensione misurabili con precisione senza rovinare lo strumento.
Per misurare la tensione (per esempio quella tra due fili collegati a una presa), il multimetro deve essere collegato in parallelo ai fili, ossia occorre mettere a contatto uno dei puntali dello strumento con un filo e l’altro puntale a contatto col secondo cavo.
Per misurare invece l’intensità di corrente lo strumento deve essere collegato in serie al circuito. Per esempio, per misurare la corrente assorbita da una lampada collegata a una presa, occorre staccare, con la massima precauzione, un filo da dietro la presa, quindi collegarlo con l’apposita pinza in dotazione al puntale del multimetro e mettere a contatto il secondo puntale con il morsetto della presa dal quale abbiamo staccato il filo. Lavorando su fili scoperti, occorrono molta prudenza e attenzione. Non effettuare mai queste misurazioni senza la necessaria esperienza appresa da un elettricista professionista. Il multimetro analogico ha le stesse funzioni del multimetro digitale: soltanto che l’indicazione delle misure avviene tramite una lancetta che si sposta su una scala graduata e non con un display elettronico.
Nastro isolante
Quando è necessario isolare una parte di filo elettrico per fare in modo che non faccia contatto con altri cavi o parti metalliche dell’impianto,
si può utilizzare il nastro isolante. Il nastro è fabbricato in materiale plastico, con un lato adesivo e viene venduto in varie dimensioni.
Attenzione però: per unire tra loro i fili nelle scatole di derivazione dobbiamo sempre utilizzare gli specifici morsetti, composti da un cappuccio di plastica isolante contenente un morsetto stringifili a vite, in rame.
Cercafase
Il cercafase serve a rivelare subito e senza pericolo la presenza di tensione in un punto del
circuito. In genere ha la forma di un normale cacciavite (è anche un cacciavite). Si usa poggiando la lama in un punto del circuito e premendo il pollice all’estremità del manico. La piccola lampada contenuta nel manico si accende se il punto toccato è in tensione, in caso contrario resta spenta. Il principio di funzionamento è semplice. All’interno dello strumento è presente come già accennato una lampadina collegata a una resistenza. Siamo noi a chiudere il circuito verso terra, toccando il terminale metallico, e a essere percorsi da una piccolissima corrente (non dannosa per l’organismo) che consente l’accensione della lampadina.
Questo strumento serve anche per controllare eventuali dispersioni di corrente o rintracciare la fase tra fili conduttori di colore simile. Il cercafase, pertanto, non può essere considerato un apparecchio di misura ma semplicemente un rivelatore di tensione. È utile quando non ci interessa conoscere l’esatto valore di tensione, ma solamente se quest’ultima è presente o meno.
La Molla piegatubi
Con la molla piegatubi è possibile modellare a freddo un tubo in plastica, di quelli utilizzati normalmente negli impianti per farvi correre i
fili.
Come si usa: immaginiamo di dover realizzare unacurva su un tubo. A uno degli occhielli presenti sulla molla si allaccia un filo elettrico della lunghezza di almeno 1,5 metri. Con una matita segniamo il punto in cui il tubo inizia a incurvarsi, poi inseriamo la molla all’interno del tubo fino al punto dove desideriamo effettuare la piega. Afferriamo il tubo con le due mani nei pressi del segno e formiamo la piega.
È sempre necessario piegare più del dovuto il tubo perché tende a raddrizzarsi per inerzia. Togliamo la molla fissando il filo sotto le scarpe e tirando la canna con le mani. Da evitare l’azione contraria, che proietta la molla verso il corpo. In questo modo è possibile ottenere pieghe a freddo di tubi fino a 25 millimetri di diametro.
La cassetta degli attrezzi dell’elettricista: Il tracciafilo
Il tracciafilo è un utile attrezzo che permette di tracciare righe diritte sopra pareti e soffitti: lungo queste righe si fanno poi correre i fili del
circuito che desideriamo realizzare. È formato da un involucro che contiene un filo sottile, avvolgibile per mezzo di una manovella esterna e immerso in una
polvere colorata. Mettendo il filo in tensione e pizzicandolo (come una corda di chitarra) perpendicolarmente alla parete, questo deposita su di essa un poco di polvere, tale da formare una linea continua. Per tracciare righe perfettamente orizzontali, si deve prendere come riferimento il pavimento o il soffitto. Per tracciare righe verticali è possibile usare lo stesso sistema, prendendo come riferimento l’angolo della parete più vicina, oppure sfruttare il peso dello stesso tracciafilo.
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