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Cotto antico e moderno

Trattamento e rifinitura del cotto con qualità eccezionali. La sua porosità fa si che abbia bisogno di essere trattato. La imprendo garantisce trattamenti con oli e cere naturali e ritiene sia ora di sfatare i pregiudizi che fanno del cotto un materiale difficile da pulire e mantenere. Infatti con un appropriato trattamento e un minimo mantenimento, il cliente si garantira’ un eccellente e duraturo risultato. Basti pensare che con un buon recupero si può riportare un cotto centenario allo splendore iniziale.

Il cotto è un materiale naturale assorbente con qualità eccezionali. La sua porosità fa si che abbia bisogno di essere “protetto” con prodotti naturali adeguati che ne mantengono inalterata la naturalità e che ne assicurano l’ idrorepellenza e l’ oleorepellenza. La imprendo.it garantisce trattamenti con oli e cere naturali e ritiene sia ora di sfatare i pregiudizi che fanno del cotto un materiale difficile da pulire e mantenere. Effettuiamo anche la levigatura del cotto per chi desidera una finitura insolita oppure come soluzione per pavimenti vecchi.

Il lavoro di rifinitura effettuato dalla imprendo è garanzia di durata nel tempo dei pavimenti, di preservazione di questi da future aggressioni, e di ottima resistenza ad ogni operazione di pulizia quotidiana.

Il cotto, usato come materiale di rivestimento per pavimenti trae la sua origine dall’antichissima tecnica della cottura dell’argilla impastata con acqua per la preparazione dei mattoni, nonché dei vari tipi di terra cotta e ceramiche.

L’argilla e un miscuglio di sostanze minerali (silice, silicati di alluminio, ossidi di ferro, ecc.) che ha composizione variabile a seconda della provenienza per cui da origine a prodotti dalle caratteristiche diverse.

Argille più ricche in ossidi di ferro, ad esempio, danno cotti più rossi, mentre argille ricche in calcare formano cotti più chiari e porosi.

La tecnica antica, tutta manuale, consisteva nell’impastare l’argilla per renderla plastica, nel pressarla a mano in forme di legno e nel cuocere i pezzi, asciugati all’aria, in forni a legna o a carbone.

Questa lavorazione a ormai eseguita solo in qualche fornace artigianale, specializzata in pezzi da restauro o rivolta ad una clientela particolare, dati gli alti costi e le difficoltà di manutenzione dei manufatti.

Il cotto, anche quello dall’aspetto “fatto a mano” è tutto prodotto industrialmente. La composizione dell’argilla, la finezza della macinazione, la quantità d’acqua nell’impasto, la compressione, la tagliatura e la cottura conferiscono le diverse caratteristiche ai cotti per quanto riguarda l’aspetto (liscio, granuloso), la forma, il colore (gia1lo-rosso) e la porosità.

La temperatura di cottura e per la terra cotta sui 7.50-900°c cioè al disotto della sinterizzazione (fusione parziale), mentre per la produzione di monocotture, porcellane e gres, si sale a temperature fino a 1300°c e si ottiene una sinterizzazione più spinta, fino al limite della vetrificazione per la porcellana. Questa fusione parziale si chiama anche greisificazione.

La materia prima per la produzione di gres, monocottura e ceramica è costituita sempre dall’argilla (“gres” è il nome francese dell’arenaria) e dal caolino, ma con additivi diversi e più finemente macinati ed impastati.

Il problema del trattamento e della manutenzione del cotto è legato al grado ed al tipo di porosità di questo materiale.

A differenza delle monocotture, gres e ceramiche che hanno un grado di assorbimento dell’acqua irrilevante, il cotto ha una capacità di assorbimento che può arrivare fino al 25% del suo peso.

Il grado di porosità si misura convenzionalmente pesando il pezzo asciutto, poi immergendolo nell’acqua e ripesandolo. Il rapporto percentuale tra il peso dell’acqua assorbita rispetto al peso del pezzo esprime il grado di porosità.

Se si considera, invece, il rapporto tra il volume dell’acqua assorbita e il volume del pezzo si ottengono dei valori che arrivano fino al 30%.

Questo mostra che un cotto ha sempre una notevole “parte vuota”, che può arrivare ad essere addirittura un terzo del suo volume.

Un altro aspetto importante dei cotti è quello della capillarità. La legge fisica della risalita dell’acqua nei capillari insegna che più è sottile un tubo capillare, più è rapida la risalita dell’acqua al suo interno.

Lo stesso avviene nei cotti. La pressione di spinta dell’umidità nel caso di cotti all’esterno o cotti all’interno in locali umidi o cotti appena posati determina la formazione di efflorescenze bianche per i sali portati dall’acqua.

Per i cotti a poro chiuso l’effetto di risalita è talmente pronunciato che in molti casi si ha addirittura lo sfaldamento in superficie del cotto.

Nei cotti a poro aperto invece l’acqua risale poco ed in generale evapora prima di risalire evitando la formazione del bianco in superficie.

Il problema dei sali è anche legato al tipo di sottofondo e di sistema di posa. La posa con cemento determina posa risalita. Nel caso invece venga aggiunta calce per renderne più plastico l’impasto e migliorare l’adesione la formazione di sali in superficie è molto maggiore.

Il problema è quello di distinguere chiaramente i cotti a poro chiuso, che, presentando fortemente il problema della capillarità, necessitano, nel caso di situazioni umide, di un trattamento antirisalita e conservativo.

Per questo abbiamo messo a punto un metodo di misura della capillarità mediante tubicini di Karstens modificati.

Nei cotti fatti a mano con metodo artigianale (sezzadio) con le misure dei tubicini di Karstens non si determina ovviamente il grado di capillarità. Le cavità sono talmente larghe che l’acqua fuoriesce immediatamente. II trattamento di questi cotti merita un discorso particolare.

La misura è molto semplice e consiste nell’applicare il tubicino di Karstens modificato sul cotto con del “Pongo”, facendo attenzione che l’acqua non possa fuoriuscire dai lati. Si misura il tempo necessario affinché tutta l’acqua (5ml) sia immediatamente assorbita. Oppure si può misurare in tempi successivi la quantità d’acqua assorbita.

I cotti con piccoli capillari assorbono tutta l’acqua in pochi minuti, mentre i cotti a poro aperto impiegano anche 24 ore.

Nei cotti molto porosi secondo le misure con i tubicini, (a poro chiuso, per esempio, cotti francesi), lo spazio vuoto è formato da capillari sottilissimi, quindi dotati di alta velocità di assorbimento e profondità di penetrazione.Questi cotti, pur avendo forte porosità, si presentano spesso lisci e compatti.

Nei cotti a media o scarsa porosità (a poro aperto) ad aspetto granuloso (Impruneta), i capillari hanno un diametro maggiore quindi presentano una minore velocità di assorbimento e di profondità di penetrazione. In generale la superficie è ruvida. Ci sono cotti che possono presentare una superficie quasi liscia che però alla frattura mostrano un aspetto più o meno uniforme (francese liscio a poro aperto). In ogni caso è proprio il test dei tubicini che determina la divisione delle due classi: – Assorbimento totale (5m1.) entro 1-2 ore per il poro chiuso e 24 ore per il poro aperto.

I LAVAGGI DI FONDO

Prima di ogni trattamento è necessario fare un accurato lavaggio di fondo. Quando devono essere rimosse vecchie cere al solvente, unto, olio di lino e sporco grasso in generale, si effettua un lavaggio con il detersolvente DEKA P. In alternativa si può utilizzare il DEKA P INODORE a base di solventi vegetali, qualora l’odore dei solventi idrocarburici del DEKA P possa dare fastidio.

Si utilizza il DEKA P anche per cotti pretrattati con cere al solvente, che devono essere accuratamente rimosse quando si vogliono applicare i sigillanti acrilici in base acquosa PRIMER K o COTTAGE.

Si prepara una soluzione al 10-20% in acqua possibilmente calda. Si lavora con nomospazzola munita di disco nero o meglio con disco nero aereato e si aspira con aspiraliquidi. Nel caso di incrostazioni molto profonde e forti accumuli, specie nelle fughe, è consigliabile stendere DEKA P puro, lasciarlo agire e lavorare con la monospazzola facendo scendere acqua calda dal serbatoio, quindi risciacquare accuratamente. E’ consigliabile sistemare due dischi sotto la monospazzola.

Nel caso di efflorescenze bianche si può lavare con detergente disincrostante DETAR al 10-20%, eventualmente con alcune gocce di antischiuma spruzzate sul pavimento o meglio con il detergente acido a bassa schiuma DEKACID più specifico per il cotto, per liberare completamente i pori. Se ci sono efflorescenze bianche e sporco unto o incrostazioni cerose, effettuare prima il lavaggio con DEKA P e successivamente il lavaggio con detergente acido DETAR o DEKACID. Questo consente un maggior attacco alla superficie ed una migliore apertura dei pori.

Per i cotti a poro chiuso al fine di consentire un miglior ancoraggio dei prodotti protettivi, conviene aggiungere alla soluzione di DETAR o al DEKACID anche un po’ di INDUSTRIA F (max 1 lt. di INDUSTRIA F per 10 litri di soluzione di DETAR o DEKACID). Questo consente un maggior attacco alla superficie ed una migliore apertura dei pori. Dopo il lavaggio effettuare sempre un buon risciacquo.

Il lavaggio con DEKA P e DEKACID o DETAR in generale rimuove anche buona parte del trattamento antifioritura e la resina dei cotti pretrattati. E’ quindi possibile applicare successivamente il PRIMER K o il COTTAGE.

Nel caso di cotti trattati con vernici è possibile che con il DEKA P non si riesca ad ottenere la sverniciatura. In questo caso si può procedere o con SVERNIFLUIDO applicato puro e lasciato agire per circa mezz’ora o con DEOXIDO al 50%, lasciato agire per 5-6 ore.

Si opera a risciacquo con monospazzola e disco aereato o spazzola in Tyrex ed aspirazione. Un successivo lavaggio acido è sempre indispensabile per aprire i pori.

Nel caso di cotti a poro chiuso, in particolare quelli francesi, vi possono essere macchie di ossidi o di unto in profondita. In questo caso a necessario stendere una soluzione di DEOXIDO at 50% e lasciare agire per 6-12 ore. Quindi risciacquare ed effettuare il lavaggio acido.

LA IDROFOBIZZAZIONE PRIMA DEL LAVAGGIO

Una tecnica che viene usata per cotti nuovi di recente installazione e quella della “idrofobizzazione” prima del lavaggio.

Questo sistema consiste nell’applicazione di IDROFOB C + CPI su cotti spolverati e puliti a secco. Dopo 2-3 giorni si procede al lavaggio acido. In questo modo non si riscontra l’eventuale risalita di sali che si avrebbe a seguito della umidificazione del pavimento e si può procedere, appena il pavimento risulta asciutto, ai successivi trattamenti.

Questi trattamenti possono essere effettuati solo con prodotti a base solvente. Il PRIMER K ed il COTTAGE non possono essere utilizzati perchè respinti dalla idrofobizzazione sottostante.

Il sistema si usa in particolare per cotti posti all’esterno. II trattamento si effettua con un’altra mano di IDROFOB C seguito da OLEOIDRO, REPELLC, COTTOLIQ o BASYL COTTO a seconda dell’aspetto che l’utilizzatore desidera.

TRATTAMENTI DI PROTEZIONE

Tutti i tipi di cotto richiedono un buon trattamento protettivo, dato che, anche i meno porosi assorbono le macchie troppo profondamente perché esse possono poi venire rimosse.

Trattamenti con sigillanti acrilici in base acquosa: PRIMER K e COTTAGE

PRIMER K e COTTAGE sono due prodotti a base di particolari emulsioni acriliche che consentono una protezione delle superfici in cotto. Caratteristica di questo tipo di trattamento è che il film consente una certa traspirazione del cotto pur impedendo alle macchie di penetrare. Il sistema dei tubicini di Karstens modificati consente di stabilire il numero di mani necessarie per ottenere la protezione antimacchia. Normalmente 2–3 mani sono il minimo sufficiente.

PRIMER K forma un film dell’aspetto più satinato, mentre il film di COTTAGE e più lucido. COTTAGE inoltre è prodotto con una colorazione mattone per tonificare il cotto. Eventualmente anche PRIMER K può essere colorato allo stesso modo.

Se invece si desidera un film protettivo non lucido si può addizionare lopacizzante (Opacizzante C) al COTTAGE o al PRIMER K fino al massimo del 10% (1 litro per 10 litri di prodotto).

PRIMER K puo essere utilizzato anche all’esterno su terrazzi sospesi o al piano terreno se non vi sono problemi di migrazioni delle efflorescenze dovute all’umidità. Si può fare il trattamento all’esterno con PRIMER K e catalizzatore IPC su cotti a poro aperto posati da almeno un anno, quando si è sicuri che non si possono verificare migrazioni di efflorescenze. Nei casi dubbi è indispensabile effettuare un trattamento antirisalita con IDROPEL.

Anche se il trattamento preventivo con IDROPEL si è dimostrato efficacie, per i cotti a poro chiuso all’esterno si preferisce consigliare un trattamento completamente in base solvente (idrofobizzazione con IDROFOB C seguito da OLEO-IDRO o REPELL TON, REPELL C, BASYL COTTO, COTTOLIQ).

E’ necessario effettuare un trattamento antirisalita con IDROPEL, nei casi abbastanza frequenti quando si vuole effettuare l’applicazione di PRIMER K o COTTAGE subito dopo il lavaggio o su pavimenti di recente installazione e in tutti i casi in cui vi può essere un potenziale problema di migrazione di efflorescenze anche su cotti posati all’interno.

IDROPEL può essere applicato anche sul cotto umido dopo il lavaggio. Il PRIMER K o il COTTAGE vanno applicati entro qualche ora dall’applicazione dell’IDROPEL o meglio subito dopo l’asciugatura dell’IDROPEL. Questo trattamento preventivo con IDROPEL è particolarmente consigliato sui cotti a poro chiuso.

Particolare attenzione è necessaria durante l’applicazione di IDROPEL per evitare eccessi di prodotto. La protezione di IDROPEL va fatta assorbire completamente.

Questo può avvenire sui cotti a poro aperto per i quali si consiglia di diluire IDROPEL con il doppio di acqua (1 litro in 16 litri di acqua per cocci a poro aperto e 1 litro in 8 litri di acqua per i cotti a poro chiuso). Eccessi di IDROPEL creano problemi di stendibilità a PRIMER e COTTAGE, che successivamente risultano motto difficilmente decerabili. Applicare sempre una sola mano.

Si effettua il trattamento di base con PRIMER K su pavimenti di ville, su pavimenti antichi, su pavimenti di ristoranti o cucine soggette a schizzi di olio, cibi e bevande.

Questo trattamento di base si effettua con PRIMER K addizionato con l’indurente IPC in ragione dell’ 1,5% (150-200 gr. per 10 It. di prodotto).

L’uso del catalizzatore IPC in generale non è indispensabile. Consente tuttavia di migliorare in maniera significativa la resistenza alle macchie.

Per ottenere particolari colorazioni o per consentire eventuali imperfezioni si possono aggiungere al PRIMER K le basi colorate speciali in ragione di 200-500 grammi per 10 litri di PRIMER K a seconda del grado di coprenza desiderato.
Sono disponibili le due seguenti colorazioni di base:
1. COLORCOTTO ANTICO per dare al cotto una colorazione coprente con un tono marrone che dona al cotto un aspetto antichizzato.
2. COLORCOTTO MATTONE coprente per dare al cotto una colorazione rossa mattone ed esaltare il colore mattone caratteristico del cotto.

Sono disponibili inoltre tre colorazioni per correggere il tono delle due colorazioni in base su menzionate. Queste sono:

  • una pasta colorata rossa,
  • una pasta colorata bruna,
  • una pasta colorata gialla.Queste paste vengono utilizzate per venire incontro a esigenze particolari degli utilizzatori su cotti che possono discostarsi dalle normali colorazioni.PRIMER K viene steso a pavimento umido su pavimenti ben lavati e risciacquati. Quando si usa il PRIMER K colorato applicare sempre una mano di fondo di PRIMER K neutro.

    MANUTENZIONE

    La manutenzione dei pavimenti trattati con PRIMER K e COTTAGE si può effettuare con una procedura di tipo casalingo se si lascia il pavimento in gestione a privati. Questo consiste semplicemente nel lavare con normale cera lucidabile tipo KEMICERA diluita in acqua ed eventualmente lucidare con lucidatrice di tipo domestico.

    Nel caso la manutenzione sia effettuata da una impresa di pulizia attrezzata con macchina e carrelli mop si più utilizzare un sistema a secco o a umido. Per lavaggio a umido si usa il detergente senza residuo TOC oil detergente lava-incera LAVACRYL. E’ conveniente alternare LAVACRYL con il TOC per evitare possibili accumuli.

    Il sistema a secco con l’uso di METALSPRAY o SPRAY NC si effettua su cotti lisci o levigati quando è richiesto un alto grado di lucido, con macchina ad altissima o media velocità utilizzando possibilmente un disco per high-speed color crema.

    Per cotti rustici o per cotti a poro aperto tipo “toscano” si può utilizzare il sistema spraycleaning con SPRAYCLEAN B e macchina con disco rosso o crema. In questo caso l’aspetto rimane più “ceroso”.

    Trattamenti protettivi al solvente

    Effetto naturale all’interno

    Per chi desideri un aspetto naturale del cotto, è a disposizione una serie di prodotti non filmanti che proteggono la superficie dalla penetrazione delle macchie mediante una reazione chimica con la struttura.

    Si consiglia l’OLEO-IDRO 1 in due mani oppure una mano di IDROFOB C addizionato del catalizzatore CPI (in ragione del 1.5%) seguito da una mano di REPELL C (effetto completamente naturale).

    Per una accentuazione del colore si può usare il REPELL TON applicato in due mani. Per un effetto leggermente satinato si può, dopo una o due mani di OLEO IDRO 1, applicare una mano della cera liquida COTTOLIQ che può essere additivata con un colorante per coprire eventuali difetti o per scurire il cotto.

    COTTOLIQ e REPELL TON sono lucidabili. I prodotti di questa serie possono essere applicati a pennello, o con vello. Meglio e l’applicazione a spruzzo con l’apposito erogatore. Quest’ultimo sistema da i migliori risultati. La stesura a piu uniforme e si minimizzano eventuali problemi di schiuma. L’ugello deve essere a ventaglio. Il pavimento deve essere asciutto. Eventuali imperfezioni possono essere riprese utilizzando monospazzola munita di disco rosso e spruzzando il prodotto, operando come per il sistema Spraycleaning.

    Trattamento all’esterno

    Per cotti posti all’esterno a sempre consigliabile un trattamento idrofobizzante con IDROFOB C applicato in una o due mani a vello o a spruzzo sulla superficie asciutta e fredda. Questo per evitare una evaporazione anche parziale del principio attivo idrofobizzante che potrebbe evaporare con il solvente. Si consiglia di addizionare all’IDROFOB C il catalizzatore CPI per una idrofobizzazione più rapida e completa.

    Questo intervento impedisce la risalita per capillarità dei sali che provoca l’antiestetica efflorescenza bianca. L’acqua piovana scorre via e il cotto asciugandosi rapidamente, non permette la crescita di alghe e muffe.

    Il trattamento di IDROFOB C è considerato un trattamento conservativo. Impedisce l’attacco delle piogge acide soprattutto sui cotti a poro chiuso dove la spinta di risalita per capillarità è molto forte.

    Nei cotti a poro chiuso anche se le efflorescenze bianche non appaiono, il trattamento idrofobizzante è indispensabile per conservare il cotto che altrimenti tende a corrodersi.

    Dopo l’idrofobizzazione in zone soggette a macchie di oli, cibi e bevande si può applicare una mano di REPELL C oppure usare l’OLEO-IDRO 1 in due mani.

    Per chi desideri, anche in esterno, una finitura medio-lucida, si consiglia di applicare, dopo l’idrofobizzazione, il BASYL COTTO, prodotto al solvente a base di resine filmogene, oppure il COTTOLIQ che dà un aspetto più naturale.

    L’azione idrofobizzante anti – impregnante dell’IDROFOB C e dell’OLEO-IDRO 1 dura a lungo; l’azione antimacchia del REPELL C e del REPELL TON tende a scendere per effetto del passaggio e dell’azione della luce. Questi trattamenti devono quindi essere ripresi periodicamente. Soprattutto per i cotti a poro chiuso dove i trattamenti rimangono più in superficie.

    I prodotti OLEO –IDRO, REPELL C, REPELL TON, COTTOLIQ vanno lucidati con monospazzola munita di spazzola naturale o disco crema o rosso immediatamente dopo 1’asciugatura: questo per uniformare meglio la stesura. In caso di difetti per una applicazione non uniforme procedere anche vaporizzando con il SOLVENTE R o con lo stesso prodotto come su indicato.

    Notare che BASYL COTTO ha una buona resistenza alle macchie acquose ma meno a quelle oleose.

    Locali umidi

    In locali umidi (cantine, piano terra non ben isolato) è opportuno effettuare una impermeabilizzazione.

    L’impermeabilizzazione si può effettuare con IDROSTOP FLUIDO SPECIAL se si riesce a deumidificare in maniera significativa per liberare i pori dall’acqua. Quella operazione si effettuerà installando un deumidificatore. Un’altra possibilità è quella di effettuare il trattamento sulla superficie umida con IDROPEL. Successivamente per locali molto umidi installare un deumidificatore per favorire l’asciugamento dell’ambiente e migliorare l’effetto impermeabilizzante dell’IDROPEL.

    Se si è effettuato il trattamento con IDROSTOP FLUIDO SPECIAL effettuare i trattamenti superficiali con i prodotti a base solvente (BASYL COTTO, COTTOLIQ, REPELL TON).

    Se si è effettuato il trattamento con IDROPEL si può successivamente applicare il PRIMER K. E’ necessario però installare un deumidificatore per far asciugare il film nel caso l’ambiente risulti molto umido.

    L’idrofobizzazione è indispensabile per i cotti a poro chiuso in locali umidi.

    I Cotti fatti a mano

    Per cotti fatti a mano si intendono anche quei cotti a forte porosità ed assorbimento che, pur fatti con sistemi industriali, hanno impasti a grana larga con cavità che rendono difficile il trattamento con prodotti che formano film. Sono quei cotti per i quali il test con i tubicini di Karstens mostra un assorbimento di secondi.

    Su questi cotti il trattamento da noi consigliato a l’OLEO-IDRO 1 seguito dall’applicazione di COTTOLIQ eventualmente lucidato con spazzola morbida.

    TRATTAMENTO DEL COTTO

    Accorgimenti di lavoro

  • L’applicazione della prima mano di PRIMER K (+IPC) va fatta a pavimento umido.
  • Quando vi è necessità di utilizzare il PRIMER K con l’aggiunta delle paste colorate, applicare una prima mano di PRIMER K neutro (+ IPC). Questo per evitare che il rapido assorbimento da parte del cotto metta in evidenza le righe di stendibilita. Quando si usa il PRIMER K colorato a conveniente applicare più mani “tirate” piuttosto che una mano abbondante. Quando si prepara il PRIMER K COLORATO agitare bene il flacone della pasta colorata e mescolare bene con il PRIMER K. Usare concentrazioni di pasta non superiori al 5%.
  • Cotti molto compatti a poro chiuso, esterni posati su terreni umidi che sono stati pretrattati con IDROFOB C non possono essere successivamente trattati con PRIMER K. Questo perchè l’ IDROFOB C idrofobizza completamente i pori e non consente l’ ancoraggio successivo del PRIMER K. In questo caso dopo l’ IDROFOB C(+ CPI) si può applicare una mano di OLEO-IDRO 1 per avere l’effetto antimacchia ed eventualmente, si può applicare il REPELL C (effetto naturale), REPELL TON (effetto tonificato) o COTTOLIQ (effetto ceroso).
  • Si sconsiglia l’applicazione di IDROFOB C (+CPI) su cotti che spurgano umidità, perchè i pori chiusi dall’umidità impediscono l’ impregnazione dell’IDROFOB C. In alternativa si può usare L’IDROSTOP FLUIDO SPECIAL (a base di solventi idrosolubili) che riesce a penetrare meglio nel cotto umido. Meglio ancora L’IDROPEL (base acqua).
  • Quando si usa il REPELL C o REPELL TON areare bene il locale e stendere il prodotto lentamente mediante spandicera evitando il più possibile la formazione di schiuma e ripassando più volte per una migliore stesura del prodotto. II sistema migliore per stendere questi prodotti e con vaporizzatore con uggello a ventaglio, seguito da lucidatura immediatamente dopo l’ asciugatura.
  • PRIMER K può mostrare problemi di adesione anche sui cotti rustici a poro aperto posati all’ esterno trattati con IDROFOB C.Nel caso che all’esterno si voglia utilizzare PRIMER K su cotti a poro aperto, effettuare il trattamento preventivo antirisalita con IDROPEL. II PRIMER K va applicato entro 2-3 ore dalla stesura dell’IDROPEL, appena l’IDROPEL si è asciugato.Attenzione a far assorbire bene IDROPEL evitando eccessi.

    Per cotti poco assorbenti come i cotti a poro aperto diluire IDROPEL in ragione di 1 litro per 16 litri d’ acqua.

    Applicare sempre una sola mano.

    Per i cotti a poro chiuso all’ esterno si consiglia sempre di effettuare trattamenti in base solvente.

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