L’Olmo Montano è un albero di seconda grandezza, alto sino a 25 (40) m, longevo, non pollonante, a tronco eretto, molto ramoso per rami sparsi formanti una corona ampia e densa, con corteccia liscia da giovane, indi screpolata; ramuli sparsi (non distici), tomentoso-ghiandolosi da giovani.
Foglie alterne, sempl¬ci, con picciolo molto breve (3-6 [10] mm) nascosto dalla base dilatata della metà più lunga del lembo, ovali o largamente ellittiche ([8] 10-16 x [9] 11 cm), con la massima larghezza nella metà apicale, asimmetriche alla base, doppiamente e acutamente dentate ai margini, spesso trifide verso l’apice acuminato, di colore verde-scuro e molto ruvide di sopra, più chiare e pelose di sotto, con 12-18 (20) paia di nervature secondarie.
L’Olmo Montano ha fiori ermafroditi, quasi sessili, in fascetti eretti; stami 5-6. Il frutto è una noce alata (samara), ovato-orbicolare (3 x 2 cm), subsessile, smarginata all’apice, con seme centrale. Fiorisce in marzo-aprile.
L’Olmo montano ha un vasto areale europeo ed è più frequente nelle regioni settentrionali, in Italia vive sulle Alpi e gli Appennini settentrionale e centrale, sino alla Campania, da 400 a 1300 (1600) m, negli orizzonti delle latifoglie eliofile e sciafile. Specie di media luce, predilige i terreni leggeri e profondi, ma si adatta ugualmente bene ai terreni calcarei e a quelli silicei.
Il legno dell’Olmo Montano, ad alburno bianco-roseo e durame bruno, è semiduro, un po’ meno pregiato di quello dell’Olmo campestre, ma utilizzato per i medesimi usi. Nell’industria cartaria il legno di tutti gli Olmi è utilizzabile per la produzione di cellulosa al solfato.