L’Ontano Napoletano è un albero di terza grandezza, alto sino a 15 (25) m, a tronco eretto e slanciato, rami eretto-patenti e corona lungamente piramidale; corteccia grigio-verde con macchie biancastre, screpolata in età; ramuli glabri e vischiosi.
Foglie semplici, alterne, con picciolo (2-3 cm) lungo la metà della lamina, ovato-suborbicolari ([2] 5 [12] x 4 [9] cm), cordate o troncate alla base, crenulate con piccoli denti ottusi ai margini, brevemente acuminate o acute all’apice, di colore verde lucido di sopra, un po’ più chiare di sotto, con 6-8 paia di nervature secondarie ornate nelle ascelle da ciuffi di peli rossigni, glabre e consistenti, quasi subcoriacee.
L’Ontano Napoletano ha fiori monoici in amenti: i maschili cilindrici (8 [10] x 1 cm) verdi, peduncolati e penduli, in gruppi di 3 a 5; stami con 4 antere gialle o rossicce; femminili, più brevi (1,5-3 cm), solitari o in gruppi d 2-4; stigmi 2, rossi; gli strobili (3 x 2 cm), ovoidi, bruni, a squame legnose; acheni ovali, neri, strettamente alati. Fiorisce in febbraio-marzo.
L’Ontano napoletano è specie endemica dell’Italia meridionale, la cui distribuzione è limitata all’Appennino campano e calabro-lucano, ove sale sino a 1300 m, all’Isola d’Ischia e forse alla Sardegna. Specie frugale, forma boschi puri o misti con altre latifoglie montane e viene usato con successo nei rimboschimenti dei terreni argillosi e sassosi e per il consolidamento delle frane in tutti gli Appennini e anche talora nelle Alpi, con governo a ceduo o a fustaia; si usa nelle alberature stradali e ha un certo pregio come albero ornamentale nei parchi.
Il legno dell’Ontano Napoletano, con anelli ben distinti, leggero e tenero, ma più compatto di quello degli altri ontani, si usa per opera e imballaggi e per piccoli lavori casalinghi, come per compensati. Nell’industria cartaria il legno di tutti gli Ontani è idoneo per produzione di cellulosa al bisolfito.