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Le BIGNONIE sono Vigorosi arbusti rampicanti a fogliame deciduo dei quali si coltivano solitamente due sole specie: C. radicans, comunemente chiamato gelsomino della Virginia, originaria del Nordamerica e alquanto rustica, e C. grandiflora originaria della Cina leggermente meno vigorosa della precedente e anche un po’ meno rustica. Esiste inoltre un loro ibrido il C. tagliabuana Madame Galen, dai fiori color rosa salmone e molto abbondanti, il quale dimostra pure una buona rusticità.

Hanno foglie opposte, pennate, di verde poco intenso. p fiori ricordano una trombetta, sono rosso aranciati o rosa salmone e riuniti in pannocchie all’estremità dei rami di un anno. In giardino vengono utilizzati per abbellire muri e pergolati sui quali si arrampicano mediante radici aeree (simili a radici avventizie); esse sono più numerose sui giovani fusti di C. radicans, quasi assenti in C. grandiflora.

Come distribuire le annaffiature

C. grandiflora dimostra una moderata resistenza al freddo, mentre più rustici sono C. radicans e C. tagliabuana. Meglio disporre le piante contro muri esposti a sud-ovest.

Gradisce esposizioni in pieno sole, dove la pianta fiorisce più abbondantemente.

Richiedono normali annaffiature, da distribuire in maniera più intensa dopo la fase d’impianto e nella stagione calda.

Hanno una buona adattabilità ai suoli più diversi, anche calcarei. Preferiscono, comunque, quelli leggeri e ben drenati.

Da novembre a marzo, scegliendo giornate di bel tempo ed evitando i periodi più freddi. C. grandiflora, mancando quasi totalmente di radici avventizie, deve essere aiutato nella prima fase della crescita mettendogli a disposizione un tutore che lo sorregga.

A primavera inoltrata concimare la base della pianta con letame ultramaturo. Dopo l’impianto si abbia cura di annaffiare bene le radici delle piante poste a ridosso di muri. Mentre C. radicans non ha bisogno, in genere, di protezioni invernali, è meglio invece difendere gli apici di C. grandiflora con fogli di plastica, che andranno poi tolti ai primi tepori.

Dopo la messa a dimora le giovani piante andranno tagliate drasticamente a circa 15 cm dal suolo, così da ottenere tralci robusti che formeranno l’impalcatura della pianta. L’anno seguente si avrà l’emissione di numerosi rami laterali che, oltre a coprire i supporti, se sufficientemente vigorosi potranno già recare fiori. In seguito i tralci principali verranno semplicemente cimati, mentre i rametti laterali andranno speronati tutti gli anni mantenendo poche gemme. I getti che si sviluppano dal basso, se non servono, vanno di norma soppressi. Ai Campsis si possono dare anche forme ad alberello che si reggono da sole senza l’aiuto di sostegni.

Per talea legnosa prelevata in estate o per germogli radicali. In questo caso, all’inizio dell’inverno, si suddividono le radici in tanti pezzetti che andranno successivamente stratificati in sabbia mista a torba fino a germogliazione, quindi trapiantati in vasi con terriccio e solo nella primavera successiva messi a dimora.

Il pericolo della siccità

Lunghi periodi di siccità possono causare la cascola dei boccioli; si rimedia con frequenti annaffiature o disponendo apposite pacciamature. Talvolta gli apici più teneri possono venire attaccati dagli afidi; in caso intervenite prontamente con prodotti specifici.

Indice: Campsis
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