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Igiene ambientale ambito alimentare

La presenza degli insetti laddove vi sono derrate alimentari costituisce sempre un problema, per l’eterno tiro alla fune che vede da una parte una varietà di insetti attratti irresistibilmente dal richiamo del cibo e dall’altra chi a tutti i costi se ne deve liberare.

E se il problema in alcuni casi risulta limitato, quando si tratta di industria alimentare, di “ambienti sensibili“, le conseguenze di un’infestazione possono essere molto onerose, portando anche un danno di immagine (danno d’immagine = danno economico) nel caso poi al consumatore arrivi una confezione fornita, oltre che del prodotto richiesto, anche di un surplus animale.

UN SERVIZIO IMPEGNATIVO

Per il disinfestatore operare in questo ambito rappresenta un impegno notevole. Iniziamo con il prendere in considerazione gli ambienti dove si trovano questi insetti: infatti, l’operatore si trova ad affrontare un “ambiente sensibile” (industria alimentare, panificio, pasticceria, deposito di granaglie) e la presenza di macchinari complica l’approccio al problema e l’operatività degli interventi.

Il tempo è un fattore che gioca contro: perché bisognerebbe trattare le macchine (che si dovrebbero fermare), quindi intervenire con i prodotti adeguati, lasciare loro il tempo di agire e poi procedere alla pulizia. E al disinfestatore viene chiesto di farlo nei tempi morti, non si può fermare la produzione, quindi il lavoro viene eseguito in genere di sera, oppure al sabato, per non interferire nei cicli produttivi.

Il procedimento idealmente corretto e adeguato – smontare una macchina – non viene attuato, non tanto per mancanza di volontà nel bene operare, ma perché, nella realtà, non si può.

“Non tutte le parti della macchina poi entrano in contatto con i prodotti alimentari. – precisa Federico Guanzini, di Copyr – Si deve prestare la massima cura alle parti mobili, e scegliere un prodotto corretto che agisca il più rapidamente possibile: ci riferiamo a formulati a base di piretro e di piretroidi”.

SI TRATTA ANCHE DI METODO

Prima di parlare dell’applicazione di prodotti insetticidi, l’approccio al problema dovrebbe essere più coordinato e graduale.

Si dovrebbe predisporre un piano di controllo e monitoraggio, per verificare la presenza di infestanti sia in termini quantitativi sia di conoscenza del tipo di parassita, prendere anche in considerazione gli aspetti gestionali dell’industria alimentare (o dell’esercizio di cui si tratta), dai tempi e turni di lavorazione alla struttura degli impianti, alle caratteristiche del microclima interno, all’attuazione dei servizi di pulizia, per citare alcuni dei punti che andrebbero indagati e controllati.

E per fare questo è sicuramente necessaria la collaborazione della direzione dell’azienda alimentare.

“Considerare tutti gli aspetti prima di arrivare agli insetticidi, operare nell’ottica dell’Integrated Pest Management- afferma Alberto Baseggio di India – questa è la strada da seguire. L’evoluzione del disinfestatore c’è stata, sarebbe necessario che anche il cliente seguisse un’evoluzione, non guardasse solamente al fattore prezzo, si ponesse la domanda del perché un servizio ha un costo molto più alto di un altro, a parità di intervento… La qualità deve essere un valore riconosciuto. E anche la professionalità”.

QUALI SONO LE REGOLE PER AFFRONTARE GLI INFESTANTI?

Se ovviamente sarebbe auspicabile una tolleranza zero, nella realtà delle aziende alimentari esistono “limiti” interni, ogni impresa alimentare ha propri parametri, all’interno dei manuali HACCP o di autocontrollo e decide come controllare la presenza dei parassiti e quale livello “tollerare”.

L’entrata in vigore della normativa che ha ratificato l’HACCP la 155/97, ha portato un po’ di fermento nel settore, ha smosso le acque ed effettivamente per qualche tempo qualche cambiamento si è verificato, salvo poi ricadere nella consuetudine, anche per la mancanza di controlli da parte dell’autorità centrale.

Di prassi i controlli sono stati – e sono – molto rari (tanto da sembrare a qualcuno “punitivi” più che di ausilio, come dovevano essere concettualmente). E se nelle aziende di grandi dimensioni il cambiamento, veramente, si è verificato, per le piccole l’idea generale è che, tutto sommato, si è modificato ben poco, si è trattato più di modifiche di immagine che di sostanza.

“Le grandi aziende si sono adeguate, e al loro interno si è strutturata una figura con il compito di responsabile dell’igiene o della qualità – fa notare Nicola Lora, di Vebi – con funzioni di controllo. In questo ambito il problema dell’igiene ambientale è talmente delicato che vi è una persona che affianca il disinfestatore, sia per valutare il problema, sia per risolvere le difficoltà quotidiane”.

LE TRAPPOLE ELETTROLUMINOSE

Anche le lampade a cattura di insetti sono un’efficace arma contro gli infestanti, anche se: “C’è ancora molta confusione sul discorso delle lampade – afferma Alberto Baseggio – spesso queste sono presenti nei locali “sensibili”, ma risultano collocate a un’altezza di cinque, sei metri da terra, dove non danno fastidio: peccato però che le mosche volino a un metro, un metro e mezzo da terra e il limite di altezza di volo, per le tignole (secondo gli americani) sia di tre metri e quaranta!” Inoltre, gli impianti vengono installati non da tecnici, ma nella maggioranza dei casi da elettricisti, che, come anche è naturale, non sono in grado di valutare la frequenza con cui i neon devono essere sostituiti, per essere efficaci. Anche in questo caso, il costo è un fattore determinante, e così vengono posizionate poche lampade, e non correttamente.

LE PROPOSTE DELLE AZIENDE

Quello dei prodotti insetticidi adatti per il settore alimentare, considerando sia la protezione delle derrate nei luoghi di stoccaggio, sia il trattamento nell’industria alimentare piuttosto che nei luoghi di ristorazione, è un comparto molto seguito e a cui le aziende che si occupano di igiene ambientale dedicano tempo e risorse.

A partire da Bayer Environmental Science con i prodotti specifici per la protezione di cereali immagazzinati, perché “un raccolto immagazzinato deve essere un raccolto protetto”, e quindi è necessario, nei luoghi di stoccaggio o di transito, proporre un insetticida che garantisca il più basso livello di residui.

“K-Obiol ULV 6 – illustra Maurizio Rigolli, di Bayer Cropscience – è una formulazione pronta all’uso che associa Deltametrina con piperonilbutossido e olio di colza quale solvente vegetale (che permette una migliore adesione del prodotto sul cereale e una riduzione delle polveri generate dalla manipolazione delle derrate)”.

Tra gli insetticidi, Copyr propone Kenyatox Industria Alimentare, formulato per le industrie alimentari, a base di piretro naturale e sinergici, appositamente studiato per questi ambienti, dall’azione rapida, che non induce fenomeni di resistenza o assuefazione, mentre India propone due nuovi formulati, Bifenax e Bifenase, basati sul principio attivo Bifenthrin, piretroide evoluto, fotostabile.

Nel formulato, sospensione concentrata priva di solventi, è presente anche la Tetrametrina, piretroide fotolabile. Bifenax è una formulazione flowable, Bifenase è una formulazione aerosol in una bombola a svuotamento totale.

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