L’Ippocastano è un albero di seconda grandezza, alto sino a 25 (35) m, maestoso e di bellissimo portamento ma non molto longevo, a tronco robusto ed eretto, assai ramificato a formare una corona densa e rotondeggiante; corteccia grigio-bruna e liscia, desquamantesi con l’età; ramuli bruni, pelosi in gioventù poi glabri, penduli, con gemme grosse, brune e vischiose.
Foglie opposte, ampie, con picciolo lungo sino a 20 cm scanalato; lamina palmato-composta a 5-7 foglioline sessili, obovato-lanceolate (10-20 x 5-8 cm) con la massima larghezza nel terzo apicale, attenuato-cuneate alla base, acutamente e irregolarmente dentate ai margini, acuminate all’apice, di colore verde intenso di sopra, più pallide di sotto, con pelosità rugginosa verso la base e lungo le nervature in stato giovanile, indi glabre.
L’Ippocastano ha fiori zigomorfi, ermafroditi, in grandi racemi multiflori terminali ed eretti di forma piramidale, lunghi da 20 a 30 cm; calice tuboloso-campanulato a 5 lobi; corolla a 5 petali ampi ovato-rotondati, lunghi 1-2 cm, ondulati ai margini, bianchi con una macula rosa o gialla verso la base, stami 7 exserti con antere color arancione; ovario supero triloculare con uno stilo filiforme allungato.
Il frutto dell’Ippocastano è una cassula sferoidale (sino a 6 cm in diametro), coriacea, giallo-verdognola, ornata da lunghi aculei poco pungenti, che contiene da 1 a 4 semi e si apre per 2-3 valve; il seme è un achenio rotondeggiante e appiattito, simile alle castagne, di colore bruno-castano e lucido, ornato da un grande ilo grigio alla base. Fiorisce da aprile a maggio.
L’Ippocastano è specie propria dell’Europa orientale, dai Balcani al Caucaso, introdotta nel 1576 nell’Europa centrale e largamente diffusasi con la coltivazione in tutti i paesi e in Italia.
L’Ippocastano è albero di primo merito quale pianta d’ombra e ornamentale, comune nelle alberature stradali, nei parchi e giardini.
Le castagne, di sapore amarognolo, si possono usare come alimento per il bestiame. Il legno, bianco o un po’ giallognolo, è leggero, tenero e omogeneo, ma poco elastico e non durevole; il suo uso è pertanto limitato a piccoli lavori artigianali.
Il genere Aesculus annovera 13 specie, dell’Eurasia e dell’America settentrionale. Oltre alla specie descritta, trovasi frequente in coltivazione in Italia l’A. pavia dell’America settentrionale atlantica, che si distingue per le gemme non vischiose e per i fiori rossi.