Il Biancospino è un piccolo albero, alto sino a 5 (12) m, o più spesso arbusto, a rami spinosi, di colore bruno rossastro e glabri.
Il Biancospino ha foglie alterne, semplici, coriacee, con picciolo (1-2 cm) scanalato e ornato da stipole fogliacee falcate dentate e ghiandolose, a lamina obovata o subromboidea (4-6 x 3-5 cm), cuneata alla base, 3-5-Lobata nella metà apicale, a lobi irregolarmente inciso-dentati e ottusi, verde-scura di sopra, verde-glaucescente di sotto e glabra.
Fiori ermafroditi in corimbi terminali eretti con peduncoli glabri; calice a 5 lacinie triangolari-ovate; corolla a petali subrotondi (5-8 mm), quasi sprovvisti di unghia, bianchi, stami 20, stili 2-3.
Il frutto del Biancospino è una drupa sferoidale rossa a maturità, coronata all’apice dai residui delle lacinie calicine che delimitano una piccola area circolare depressa (disco); semi ossei di colore giallo-bruno.
Fiorisce in aprile-maggio.
Il Biancospino è specie a larga distribuzione europea; in Italia comune in tutta la penisola e le isole, sale nelle Alpi sino a 1000 (1665) m; specie lucivaga e indifferente al substrato, vive nelle radure dei boschi di latifoglie, nelle pinete di Pino silvestre, nei terreni alluvionali, negli arbusteti; spesso viene coltivato per farne siepi e come specie ornamentale nei parchi e giardini.
Il legno del Biancospino, di colore rosso-giallastro, molto compatto e duro, ma di difficile fenditura, viene impiegato per lavori al tornio. Caratteristiche e impieghi analoghi ha il C. monogyna, che si differenzia per le foglie più profondamente lobate a lobi acuti, per i peduncoli pelosi e per la presenza di un solo stilo e un solo seme.
Al gen. Crataegus sono ascritte oltre 200 specie tutte proprie delle regioni temperate dell’emisfero boreale e in particolare dell’America del Nord.