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Il quadro elettrico

Nel nostro Paese, fatta eccezione per un piccolo numero di aziende municipalizzate, la produzione, il trasporto e la distribuzione di energia elettrica, sono compito dell’ENEL (Ente Nazionale per l’Energia Elettrica).

Esistono due principali sistemi di distribuzione di energia elettrica nelle abitazioni: quello centralizzato e quello decentralizzato. Nel primo i contatori sono riuniti in un vano condominiale e da ogni contatore partono i fili per l’alimentazione dei singoli alloggi. Con il secondo sistema in ogni appartamento viene posto il contatore, cui giungono i cavi dalla cosiddetta colonna montante collettiva, costituita da due conduttori di cui uno è detto di “fase”, di colore marrone o nero; l’altro è detto “neutro” ed è di colore blu.

L’impianto domestico fornisce l’energia elettrica agli elettrodomestici, alle apparecchiature elettriche e alle prese che alimentano i dispositivi mobili collegati: radio, rasoio elettrico, lampade… Generalmente nelle abitazioni esistono almeno due circuiti: uno per l’illuminazione e uno per gli elettrodomestici. Nelle abitazioni più grandi vi possono essere anche circuiti riservati per esempio alla cucina, alla caldaia di riscaldamento ecc.

La suddivisione della corrente tra i diversi circuiti è effettuata nel quadro di distribuzione. I quadri si trovano a valle dell’interruttore di massima, quello del contatore dell’energia.

Negli impianti moderni si raggruppano gli interruttori magnetotermici di protezione e gli interruttori differenziali (salvavita). Il quadro è un contenitore in materiale plastico, provvisto di una guida metallica sulla quale possono essere agganciati i vari componenti (differenziali, interruttori magnetotermici, alimentatori, relè ecc.). I quadri più piccoli, per la singola abitazione, sono in materiale plastico autoestinguente a doppio isolamento e possono essere sia incassati che a muro.

All’interno del quadro vengono alloggiati gli interruttori, che hanno due funzioni essenziali:

  • protezione dei circuiti;
  • sezionamento, ovvero interruzione dell’alimentazione dei circuiti (per esempio per compiere lavori sull’impianto elettrico in tutta sicurezza).

Il numero di interruttori installati deriva principalmente da considerazioni di tipo funzionale. Per esempio, in un normale appartamento è possibile proteggere l’impianto elettrico con un solo interruttore magnetotermico-differenziale, ma in caso di guasto o di lavoro su una sola parte dell’impianto, verrà a mancare l’alimentazione elettrica a tutto l’appartamento.

In linea di massima nel quadro d’appartamento è conveniente installare almeno tre interruttori. Il primo interruttore generale è il differenziale conosciuto comunemente come salvavita, e si individua facilmente per la presenza di un pulsante, utile per la manutenzione, contrassegnato con la lettera T. Seguono generalmente due interruttori di tipo magnetotermico con cui si comandano e si proteggono i circuiti luce e i circuiti che alimentano
le prese.

L’interruttore differenziale

Come appena specificato, l’interruttore differenziale (o salvavita) è facilmente riconoscibile per la presenza di un pulsante contrassegnato dalla lettera T. Il salvavita è un dispositivo che protegge dai contatti accidentali e dalle correnti di contatto (le correnti disperse).

La parte fondamentale di questo tipo di interruttore è costituita da un trasformatore, formato da un avvolgimento secondario che va in tensione soltanto quando le correnti che percorrono i due avvolgimenti primari non coincidono (quando cioè c’è una differenza di valore nelle correnti). I cavi che conducono la corrente elettrica all’interruttore differenziale sono due: la fase e il neutro. La corrente entra dal filo di fase, percorre i circuiti ed esce dal neutro: in condizioni normali la corrente che entra è uguale a quella uscente.

Quando questo non accade significa che una parte della corrente sta percorrendo strade diverse (come il corpo umano, per esempio in caso di scossa elettrica, oppure la carcassa della lavatrice per cedimento dell’isolante o, ancora, di un elettrodomestico collegato all’impianto di terra). L’interruttore differenziale confronta la corrente entrante con quella uscente e scatta quando rileva una differenza.

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