Cappello largo fino a 30-35 cm e oltre, molto sodo, da emisferico a piano-convesso, subtomentoso poi liscio e morbido; biancastro, quindi ocraceo con sfumature oliva; margine in gioventù molto sinuoso e lobato.
Tubuli pressoché liberi al gambo, giallo-verdognoli; superficie poroide da gialla a rosso-arancio, infine rosso vivace, più chiara al margine pileico; bluastra alla pressione come i tubuli; pori minuti, rotondi.
Gambo alto 15-20 cm, assai carnoso e sodo, obeso o più allungato ma sempre molto robusto, appuntito alla base; giallo all’apice, rosso o rosso-violaceo altrove, con reticolo concolore.
Carne giallastra con debole viraggio al blu.
Odore ben presto acuto, come di carne avariata; sapore dolciastro ma poco piacevole.
Spore fusoidi, lisce: 11-16 x 5-8 µm.
Habitat in boschi caldi e radi di latifoglie, spesso in gruppi di numerosi esemplari, a volte subcespitoso (anche sotto conifere?); estate-autunno, comune.
Velenoso.
Sembra che in alcune regioni d’Italia questo fungo venga consumato senza alcuna conseguenza; noi comunque ne sconsigliamo vivamente l’uso in cucina.
È confondibile con Boletus rhodoxanthus, non edule, dal caratteristico viraggio al blu limitato alla sola carne del cappello e dalla superficie poroide e gambo più rossi; viene inoltre scambiato con B. calopus che però ha ‘pori’ sempre gialli e carne amara.