Albero di terza grandezza, alto sino a 12 (15) m, o arbusto, longevo, a rami rosso-bruni lucenti formanti una corona ovale e densa; corteccia grigio-nerastra chiazzata di bianco; gemme bianco tomentose.
Foglie alterne; semplici, picciolate (10-25 mm), con stipole lineari caducissime, a lamina ovale o obovata (6-14 x 4-9 cm), cuneata alla base, doppiamente e irregolarmente seghettata, talora debolmente lobata ai margini, acuta all’apice, verde, glabra e lucida di sopra, bianco-niveo-tomentosa di sotto, con (4) 12 (15) paia di nervature secondarie fortemente rilevate.
Fiori ermafroditi numerosi in corimbi eretti bianco-tomentosi; calice a lacinie erette tomentose; corolla a petali obovati o subrotondi (3 mm), bianchi e patenti, stami 18-20; stigmi 2 (3).
Il frutto è un pomo subgloboso (ca. 15 mm in diametro) di colore rosso arancio o scarlatto, a polpa gialla, farinosa, dolciastra edule, con endocarpo membranaceo e 1 o 2 semi. Fiorisce in maggio-giugno.
Il Sorbo montano è specie ad areale europeo presente in tutta Italia nella penisola e nelle isole, che vive nei boschi di latifoglie e di aghifoglie e loro radure, negli arbusteti, come pure sulle pendici detritiche asciutte e solatìe, su tutti i substrati ma preferenzialmente su quelli calcarei, dal piano sino a 1600 (2155) m. Viene spesso coltivato per i frutti atti alla distillazione, e come pianta ornamentale nelle alberature stradale e nei parchi e giardini.
Il legno, di colore rosso bruno, con alburno giallo o rossastro, è duro e compatto, più pregiato di quello del Sorbo degli uccellatori, e trova impiego nelle costruzioni di carri e imbarcazioni e in lavori di falegnameria.