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Abete bianco

L’Abete Bianco è un albero di prima grandezza, alto sino a 40-60(75) m, a tronco diritto e colonnare, corona piramidale, corteccia liscia e bianco-cenerina da giovane, indi screpolata e nerastra, secernente resina, rami principali verticillati e orizzontali e rami secondari distici.

L’Abete Bianco ha foglie solitarie, distiche (inserite in due serie opposte su un solo piano), lineari (15-30 x 2-3 mm), un po’ ristrette alla base, lisce ai margini, ottuse o appena smarginate all’apice, di colore verde-scuro e quasi lucide di sopra, ornate sulla pagina inferiore da due linee di stomi bianco-argentee.

Fiori maschili in amenti brevi ovoidali sessili penduli e gialli antere 2 con polline giallo, fiori femminili in amenti solitari sessili più allungati, verdi o rosso-violacei, strobili eretti (8-20 x 4-5 cm), di colore verde-bruno, con squame copritrici appendicolate, disarticolantisi a maturità reliquando sull’albero i nudi rachidi. Semi obovati, giallo-bruni, lucenti, ornati da un’ala lunga da 3 a 4 volte il seme.

L’Abete Bianco fiorisce nei mesi di maggio-giugno.
L’abete ha un vasto e frazionato areale europeo con un nucleo principale alpino-centroeuropeo (Alpi, Giura, Selva Nera) e una serie di irradiazioni: una carpatica sino ai Sudeti e Carpazi, una balcanica sino al contatto con l’areale dell’A. cephalonica, una appenninica sino alle Calabrie, e altre occidentali sino alla Corsica, l’Alvernia e i Pirenei.

In Italia vive nelle Alpi e negli Appennini, da (400) 800 sino a 1600-1800 (2100) m.
Specie ombrofila, vive nell’orizzonte climaxico delle latifoglie sciafile e forma boschi puri (abetine) o misti, consorziandosi spesso con il Faggio, con il quale ha in comune esigenze di clima e di terreno, e con il Peccio; predilige i terreni profondi e freschi, ma non umidi.

Le abetine appenniniche sono per la maggior parte da considerare non naturali, ma il risultato di rimboschimenti e di particolari cure protettive loro dedicate dagli ordini monastici (così l’Abetone, Vallombrosa, Camaldoli, La Verna, Serra San Bruno, ecc.).

In Sicilia si differenzia come specie autonoma o come razza geografica l’Abete dei Nebrodi (A. nebrodensis), purtroppo in via di estinzione e rappresentato ormai solo da pochi individui, che si differenzia per i ramuli glabri, le foglie più brevi e più rigide, gli strobili di circa un quarto più piccoli e le squame fulvo-tomentose.

Nell’ambito della regione mediterranea vivono numerose specie affini. Idoneo in montagna per alberature stradali.

Il legno dell’Abete Bianco, di colore bianco-opaco, senza durame apparente e con anelli annuali ben distinti, è quasi sprovvisto di vasi resiniferi, leggero e tenero.
Si usa in falegnameria per tavolame corrente e per imballaggi. Preferito nell’industria cartaria per cellulosa al bisolfito.

Il gen. Abies comprende una quarantina di specie, proprie delle regioni montuose extratropicali dell’emisfero boreale, diverse delle quali sono state introdotte e coltivate anche in Italia per scopi selvicolturali o di ornamentazione nei parchi e nei giardini.

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