L’Acero di Monte è un albero di seconda grandezza, alto sino 25 (40) m, il più longevo tra le specie congeneri, a tronco diritto e rami eretto-patenti che formano una corona ampia e regolare; corteccia grigia e ramuli glabri.
L’Acero di Monte ha foglie semplici, con picciolo lungo (5-15 cm) e scanalato, a lamina ampia, lunga 10-15 (20) cm e altrettanto larga debolmente cordata o troncata alla base, con 5 lobi ovati, dentati e acuti, acuminata all’apice, di colore verde-scuro e glabra di sopra, verde-glauco o rossiccio e pubescente almeno lungo le nervature di sotto.
Fiori pentameri in racemi allungati (5-15 [20] cm) sviluppantisi dopo le foglie e penduli; calice a lacinie lineari; corolla a petali giallo-verdognoli, lunghi come le lacinie calicine; stami 8 con antere gialle; 1 stilo con due stigmi.
Il frutto dell’Acero di Monte è una samara ad ali divaricate (a V), ristrette alla base, dilatate verso l’apice, lunghe 3-6 cm.
Fiorisce da aprile a giugno.
L’Acero di monte è specie a larga distribuzione dai Pirenei al Caucaso e alla Persia, propria dei boschi montani, frequente in Italia in tutta la penisola e in Sicilia; sale nelle Alpi sino a 1980 m.
Predilige i terreni freschi e profondi e vive sparso o in piccoli gruppi nelle associazioni del Faggio e del Peccio.
Ha buona importanza forestale e ornamentale e si usa nelle alberature stradali.
Il legno dell’Acero di Monte, ad alburno bianco-giallognolo, ha aspetto sericeo e lucido, è semitenero e per la facilità della lavorazione è pregiato nella fabbricazione dei mobili fini, come pure per la produzione di liste per pavimenti, lavori di carrozzeria, rivestimenti e attrezzi fini.
Le sadiche tratte dai ceppi marezzati sono pregiate.
Come combustibile è pregiato per legna da ardere.
Le foglie dell’Acero di Monte forniscono ottimo foraggio per pecore e capre.
Il legno di tutti gli Aceri si utilizza nell’industria cartaria per la produzione di cellulosa al bisolfito.