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Tecniche di base falegnameria

Tecniche di base per cominciare

I viaggi sono importanti avventure, è meraviglioso partire ed entusiasmante raggiungere la meta, a buona parte del divertimento sta nelle esperienze che si fanno  tra la partenza e l’arrivo. Così è la falegnameria, l’emozione è tanta quando facciamo vedere alla famiglia o agli amici qualcosa costruito da noi con il fai da te, ma è entusiasmante la lavorazione stessa perché molti dei passaggi e tecniche che si sperimentano nel corso della lavorazione sono altrettanto piacevoli. Quando si controlla un bordo affilato come un rasoio, quando si tocca le sue venature del legno, se ne annusa l’odore, si passo alla realiz­zazione di un taglio netto e pulito, allora si è soddisfatti. La sezione seguente vi insegnerà ad usare gli utensili per ottenere forme, giunti e strutture di vario tipo. Se non siete certi di come si utilizza un arnese o di una procedura  è bene fare una prova su dei ritagli di legno avan­zati per non sbagliare. Cercate di tenere il luogo di lavoro pulito per lavorare in sicurezza:  alcu­ni prima di iniziare puliscono e affilano gli utensili manuali e sistemando le macchine.

IL LEGNO: COME PREPARARLO

Quando avete deciso cosa vogliamo realizzare, prendete i pezzi di legno piallato che avrete selezionato con cura e divideteli a secondo dello scopo. Con una matita si segna ogni pezzo in modo da sapere come si inserisce nello schema, si segnano le lunghezze, si marca  la faccia superiore, quella inferiore, i lati e i bordi. Ora si realizzano dei disegni sul legno: per sape­re quali parti devono essere tagliate si utilizza squadra e matita, con un compas­so si tracciano le curve e un compasso a punte fisse per scrivere e riportarlo sul legno.

Se una tavola è troppo larga  o volgiamo trac­ciare lo schema di un giunto, possiamo usare il graffietto, si regola  alla misura desiderata e lo facciamo scorrere sul legno lasciando un segno. Usate la squadra falsa per tracciare le linee che risulteranno un angolo partendo dal bordo. Se dovete lavorare contemporaneamente una  coppie di legni, segnate­li simultaneamente in modo che siano identici. Quando si deve realizzare un giunto complicato, un suggerimento è quello di segnare le linee con un coltellino. Una volta segnate tutte le linee  e il disegno nel suo insieme, con una matita ombreggiate la parte di legno da scartare così sapremo perfettamente dove far passare la sega e le zone da eliminare.

IL TAGLIO DELLE CURVE

Per tagliare una curva potete usare più di un arnese, un seghetto alter­nativo,con lama vibrante, una sega manuale o a nastro. II primo è I’utensile migliore per curve diffici­li in legni di grosso spessore, (fig. 1). Si avvicina la parte piana della sega sul segno, si accende e si fa avanzare lentamente. I seghetti alternativi hanno una base inclina­bile che cambia I’angolo del taglio; inoltre si possono cambiare le lame a secondo il tipo e lo spessore del materiale.

Per tagliare curve fini in legni con uno spessore inferiore a 50 mm usate un seghetto a lama vibrante  (fig. 2). Per capire se la lama è ben messa e in tensione bisogna tirarla fino a quando non produce un suono secco e metallico. Mettere il pezzo da lavorare sul piano della sega e avvicinare il pezzo di legno verso la lama. Se man mano che spingiamo il legno devia dal percorso, si sposta o la lama si piega leggermente, rallentate e regolate nuovamente la direzione. Se dove­te ritagliare una sagoma a finestra, potete procedere in due modi: iniziare taglio da un angolo o bordo. Oppure per evita­re di tagliare il legno che circonda la finestra, si crea un foro nella parte da scartare per poi  staccare la lama, farla passare per il foro e ripristinare la tensione.

REALIZZAZIONE DEI FORI

Per praticare fori grandi da lavo­rare con precisione usate il trapano verticale da banco con una punta Forstner che come abbiamo già detto sono le migliori in commercio (fig. 3)

Disegniamo il centro del foro, montiamo la punta della grandezza giusta, si fissa il  fermo di profondità e il pezzo sul banco. Prendersi il  tempo necessario per il  fissaggio del pezzo  al fine di ottenere una finitura migliore e rendere l’operazione più sicura. Praticare il foro abbassando  la punta sopra il  centro. Se si necessitaun foro profondo, si consiglia di sollevate la punta diverse volte per evitare il surriscaldamento e rimuovere gli scarti in eccesso. In lavori dove si faranno molti fori identici utilizzate un “guidapezzo” e un fermo con gli scarti per creare una maschera che verranno bloccati con un morsetto al piano del trapano.

Per realizzare fori per viti o fori guida per chiodi può essere utile il trapano elettrico usato con una punta elicoidale. Per lavorare in sicurezza senza fili che intralciano il lavoro usate un trapano a batteria. Prima di accendere l’apparecchio, disponete la punta sul segno perpendicolarmente al piano di lavoro. Quando dovete mettere molte viti (fig. 4), vi sarà utile un accessorio avvitatore per trapani.

PIALLATURA A MANO

La piallatura è un operazione che si rivela molto soddisfacente ma che ha bisogno di tempo e di una pialla affilata e affidabile. Molto utile è  una pialla levigatrice per lavorare nella direzione delle fibre (fig. 5) lungo i bordi o per i quattro lati o facce del legno. Si procede girando la rotella per regolare la lama, si fissa bene il pezzo e si compie un taglio di prova per valutare la  lama e la sua profondità. Per levigate le venature ai bordi e utile avere le dita della mano sinistra sotto il piede della pialla e mettere la pialla leggermente obliqua così che formi un angolo retto con la superficie del legno.

Se abbiamo spigoli vivi da rifinire la pialla per taglio trasversale è perfetta. (fig. 6). Ricordiamoci che per avere una levigatura leggera con lievissimo taglio dobbiamo regolarla al minimo. Attenzione a non  spaccare la venatura alle estremità  (fig. 7).

ESECUZIONE DI UNA MORTASA A MANO

La mortasa è un intaglio che ci permette di incastrare un altro pezzo di legno. Disegniamo la mortasa con matita, riga, squadra e un compasso a punta ferma, poi scegliamo una punta a giusta e con il trapano vertica­le da banco eseguiamo il foro (fig.8) Per evitare di uscire dal pezzo non trapanate troppo vicino al bordo. Fissate il pezzo nella morsa facendo attenzione a tenere verso di noi il  lato da lavorare, con  uno scalpello a punta smussata si lima  il foro e si pareggia rispetto al bordo della mortasa (fig.9). Per non danneggiare i bordi è bene tenete lo scalpello dritto. A metà del lavoro si gira il pezzo di legno e si lavora sull’altro lato.

Per eseguire una mortasa usiamo una fresatrice verticale come utensile elettrico scegliendola secondo la dimensione e la posizione della mortasa.  Per una mortasa ad estremità aperta (fig. 10), potete collegare la fresatrice e fare una scanalatura partendo da una parte finale  del pezzo oppure potete usarla come utensile manuale avendo cura di eliminare gli scarti. Il “guida pezzo” è fondamentale   per la precisione dei tagli oltre che  dall’altezza della punta. Tagliate a pic­coli passi e fate le prove su ritagli di legno.  Gli scarti possono compromettere il risultato che non li eliminiamo regolarmente e richiederà più tempo e il rischio è di surriscaldare la punta.

COSTRUZIONE DI UNA MORTASA CON UTENSILE ELETTRICO 

Per eseguire una mortasa usiamo una fresatrice verticale come utensile elettrico scegliendola secondo la dimensione e la posizione della mortasa.  Per una mortasa ad estremità aperta (fig. 10), potete collegare la fresatrice e fare una scanalatura partendo da una parte finale  del pezzo oppure potete usarla come utensile manuale avendo cura di eliminare gli scarti. Il “guida pezzo” è fondamentale   per la precisione dei tagli oltre che  dall’altezza della punta. Tagliate a pic­coli passi e fate le prove su ritagli di legno.  Gli scarti possono compromettere il risultato che non li eliminiamo regolarmente e richiederà più tempo e il rischio è di surriscaldare la punta.

ESECUZIONE A MANO DI UN TENONE

Con un coltellino segnate la linea della spalla (la lunghezza del tenone), quindi disegniamo la profondità del tenone e la larghezza con un graffietto. Con una sega da tenone eliminate gli scarti: su tutti i lati tagliate lungo le fibre, leggermente oltre la parte da scartare (fermate il taglio alla linea della spalla). Eseguite un taglio perpendicolare alle fibre  eliminando gli scarti e con uno scalpello se necessario lo rifiniamo e lo realizziamo delle dimensioni desiderate.

COSTRUZIONE DI UN TENONE USANDO UN UTENSILE ELETTRICO

Per creare molti tenoni contemporaneamente potete usare una fresatrice verticale in una tavola, ma è importante che i pezzi di legno siano di dimensioni giuste  da essere sostenuti dalla tavola  mentre per tenoni più grossi li lavoriamo a mano fissandoli al banco. Regolate il guida pezzo alla lunghezza del tenone e aiutandoci con il guida pezzo spingiamo il pezzo contro la punta della fresatrice regolata all’altezza giusta, poi si elimina la parte in eccesso o scarto con una serie di passate (fig. 11). Rovesciamo e ripetete la cosa quando l’estremità del teno­ne raggiunge il guida pezzo. Potete usare uno scalpello per rifinire senza arrivare con la punta della fresatrice alla linea di spalla.

ESECUZIONE DI UNA SCANALATURA

Ora ci concentriamo sulle tecniche da usare per creare una  scanalatura di 6 mm di lar­ghezza e 4 mm di profondità, posta a 10 mm dal bordo del pezzo. Si userà la fresatrice collegata al suo piano adatta per scanalature di 6 mm. Mettere il  gui­da pezzo a 10 mm. La fresa dovrà essere 2 mm più in alto del piano della fresatrice. Azioniamo l’u­tensile e aiutandoci con il guida pezzo tagliamo una scanalatura di 2 mm di profondità (fig. 12). Ci fermiamo per regolare nuovamente la fresa altri  2 mm più in alto, e ricominciamo ripassando sul pezzo per intagliare una scanalatura di 4 mm.

CREARE UNA RISEGA ALL’ESTREMITA’ DI UNA TAVOLA

Ora prenderemo a campione la realizzazione di una risega di 10 mm di larghezza e 4 mm di profon­dità. Per realizzarla abbiamo bisogno di una fresa dritta più piccola della larghezza della risega (per esempio 5 mm). Posizioniamo  la fresatrice verticale sul banco e inserite la fresa. Dal margine posteriore della fresa fissate il guida pezzo arretrato di 5 mm e regolate l’altezza della stessa a 2 mm. Dopo aver preso bene le misure prendiamo il pezzo e lo guidiamo verso il guida pezzo e facciamo un taglio che si inserisca nell’estre­mità della tavola per circa 5 mm. Facciamolo più volte e per completare i 10 mm di larghezza della risega teniamo l’estremità della tavola contro verso il guida pezzo. Ora ripetiamo l’operazione ma questa volta con la fresa regolata in modo che si trovi a 4 mm di altezza e si completata il taglio (fig. 13).

ESECUZIONE MANUALE DI UNA SCANALATURA

Prendiamo il pezzo da lavorare e lo fissiamo al banco. In base alla scanalatura da realizzare regoliamo l’arresto di profondità della fresa ma prima montiamo una fresa con le stes­se dimensioni, o più piccola, della larghezza della sca­nalatura. Usiamo un listello guida fissandolo attraverso il pezzo, parallelo alla scanala­tura,così che la fresa che ci crei un taglio oltre la parte da scartare (linea tracciata). Ora accendete l’utensile e l’abbassiamo verso il pezzo e raggiunta la giusta velocità di taglio eseguiamo il lavoro. Nel caso stiamo usando una fresa di dimensioni più piccola della scanalatura, ripetiamo l’operazione fino a quando la scanalatura non sarà della giusta larghezza e profondità (fig. 14).

REALIZZARE BORDI PROFILATI CON UTENSILE ELETTRICO

Realizzare un bordo profilato per il falegname è una delle operazioni più semplici. Si monta alla fresatrice verticale da banco una fresa per curve (fig. 16), modanature concave (fig. 15) o altro dotata di punta guida o cuscinetto a rulli. Per questa operazione non occorre il guida pezzo, ma più semplicemente dovrete premere il pezzo sul piano e fatelo passare più volte contro la fresa. Con molta pazienza e con movimenti calmi e decisi, dobbiamo far in modo che la fresa entri a sinistra ed esca a destra fintanto che  la punta o il cuscinetto prema contro il pezzo facendola fermare. Se il pezzo realizzato ha un aspetto bruciato e non liscio, potrebbe dipendere dalla la fresa non in buono stato  o che vi spostate con movimenti poco omogenei.

LA SAGOMA

Con la sagoma si possono produrre parecchi elementi con la stessa forma, ben levigati ai bordi. Si utilizzano pezzi di legno grossolanamente segati nella forma necessaria, lasciando non più di 4-5 mm di scarto che in un secondo momento la fresatrice toglierà delicatamente. Montate una spazzola guida alla base della fresatrice. Con un foglio di compensato si ritaglia una sagoma lasciando lo spazio per il collare e si fissa sul legno che volete tagliare. A velocità  massima raggiunta secondo la  sagoma del compensato  realizziamo il taglio.

Un modo per realizzare più velocemente il taglio è usando la fresatrice verticale, una fresa dritta con il cuscinetto collegato e posto in cima o in fondo alla fresa.  Questa volta per la sagoma verrà usato il pezzo finito in principio. La tecnica è la stessa descritta precedentemente.

USARE LA SEGA A TELAIO PER TAGLI ANGOLATI

La sega a telaio ci consente di realizzare facilmente tagli angolati semplicemente regolando la lama della sega all’interno del telaio all’an­golo prescelto — 90°, 45°, 36°, 22,5° o 15° — Dopo aver scelto la profondità del taglio si mette il pezzo da lavorare contro il guida pezzo, e si fa scorrere delicatamente la sega sul pezzo per eseguire il taglio (fig. 17).

I CHIODI E IL LORO UTILIZZO

Prima di iniziare a piantare i chiodi un breve sguardo del pezzo può essere per decidere la posizione migliore per piantare i chiodi. Se sono vicini a un bordo è possibile che il legno si scheg­gi e che il chiodo non entri drit­to, in questo caso possiamo fare un foro guida con un trapano elettrico, usando una punta leggermente più piccola del diame­tro del chiodo. Inserite la punta del chiodo nel foro . Con martello adatto  piantatelo con una serie di col­petti decisi e  mirati (fig. 18), controllando sempre la direzione che sta prendendo la punta del chiodo. Se tende a uscire nel lato, con le pinze o un martello a penna cerchiamo di estrarlo. Per piccoli chiodi diffi­cili da tenere e da fissare, teniamoli dritti con le pinze a becco lungo.

LE VITI E IL LORO UTILIZZO

Abbiamo in commercio molti tipi di viti in acciaio dolce o inox, ottone o allu­minio a croce, a intaglio, con testa svasata o a cupola. Per non far sporgere le viti dalla superficie possiamo usare le viti con testa a svasata mentre con teste a cupola sporgono dal legno. Quelle svasate sono mantenute da un anello conico di ottone o nascoste da una spina di legno. A seconda del tipo di taglio possiamo inserire le viti con un cacciavite con punta a croce o piatta, manualmente o con un avvitatore elettrico (fig. 19). Se usate un trapano elettrico, la potenza dovrà essere regolata  in modo da poter avvitare la vite nella giu­sta posizione e profondità. Se il legno è duttile e morbido, potete con  un punteruolo sarà semplice fare un foro guida (fig. 20); se è duro, faremo lo stesso il foro con il trapano con punta piccola. Se si rende necessario  coprire la vite con una spina di legno, usate una punta per svasare il foro guida e secondo necessità una fresa a percussione per tagliare la spina. Sono semplici le operazioni di trapanatura e avvitamento ma esercitarsi su un pezzo di scarto sarà utile. Usate viti di acciaio placcato, ottone o acciaio inox Non usate viti di acciaio per il legno di quercia, perchè si rischia con l’umidità di fare delle  macchie.

LAVORARE CON IL TORNIO

Per realizzare oggetti a sfera o a sezione rotonda come piatti,gambe per sedie e cio­tole dobbiamo lavorare con un tornio. La sua potenza e solidità lo rende più efficace, e prima di acquistarne uno vediamo se è il modello adatto. I torni possono esse­re pericolosi e come ogni utensile elettrico lo accendiamo dopo che abbiamo posizionato il pezzo di legno. Dovrà essere con mandrino autocentrante a espansione, e un assortimento di menabrida (dischi portapezzo). I mandrini e i cilindri sono imperniati e torniti tra il centro della testa e il cen­tro della contropunta (fig. 21); le ciotole e i piatti sono torniti in genere su un menabrida piatto. Alcuni modelli consentono di tornire grandi pezzi sull’estremità fuoribordo del mandrino di guida (fig. 22). A completare il kit per un buon utilizzo del tornio ci servirà una sgorbia, uno scalpello a punta smussata e un raschietto a punta arrotondata.

COME ESEGUIRE  INTAGLI

Un buon coltellino affilato (non in acciaio inox) spesso è sufficiente per intagliare legni a venatura liscia. Per pomelli e fermi per porte  teniamo il  pezzo di legno in una mano e il coltellino nell’altra, sgrossate grossolanamente con piccoli colpi sul  legno, e procedere man mano alla rifinitura (fig. 23). Per diventare abili bisogna fare motto esercizio e agli inizi il legno di tiglio sarà utile.

LE CERNIERE E COME FISSARLE

Esistono diversi tipi di cerniere, ma due sono le più diffuse: in acciaio da incasso fissate con viti sva­sate in acciaio o decorative sporgenti in ottone montate con viti svasate, a livello della piastra della cerniera. Per fissare una cerniera, con la punta di un coltellino a lama fina operiamo un segno attorno al piano, tenendoci sempre leggermente oltre la linea tracciata come parte da scartare, poi togliete lo scarto con uno scalpello aguzzo. Scegliere la cerniera della giusta misura, poi cercate di far entrare la cerniera  nella rientranza e con­trollate che lo scalpello non sollevi le fibre circostanti.  Scegliete cer­niere da montare a raso della superficie per le prime volte e fate delle prove su legni di scarto. Esistono molti modelli che possiamo scegliere in base alla nostra esperienza acquisita e la bisogno. Sono spesso date in dotazione le viti corrispondenti per essere sicuri che la svasatura sia compatibile oppure acquistiamone alcune del calibro giusto.

LA CARTEGGIATURA CON CARTA VETRATA

Con la carta vetrata possiamo ottenere una finitura liscia detta sabbiatura o carteggia tura. Usate un foglio di carta vetrata a grana fine direttamente sul legno o avvolgetelo attorno al tampone da carteggiatura (fig. 24) o usate una levigatrice elettrica (fig. 25). Quando si realizza un progetto come dopo il taglio dei bordi, dopo l’essiccazio­ne della colla e prima e dopo la mano di finitura carteggiare è un passaggio importante da ripetere più volte. Per la prima levigatura sarà sufficiente usare carta vetrata normale o a grana grossa; per otte­nere una finitura speciale scegliere la carta all’ossido di alluminio a grana fine, cara ma resistente. Per la polvere fine che si crea lavorate in una zona ventilata e indossate una maschera. Se invece usiamo la levigatrice elet­trica un buon modello è quella orbitale, adatta a superfici ampie e piatte.

FINITURE NATURALI

Finitura naturale: il termine indica una superficie oliata o incerata ma può significare anche carteggiare il legno e lasciarlo al suo stato naturale. Alcuni oli utilizzati possono essere  l’olio di balena e l’olio di tek passati con un panno di cotone non pelo­so o un pennello (fig. 26). Applicate uno strato sottile di olio, si fa asciugare, al passaggio successivo si passa della carta vetrata a grana finissima per togliere ogni piccola “punta” di scarto e infine si applica un’altra mano sottile di olio. Per ammorbidire la superficie una passata con cera per lucidare dopo l’ultima levigatura può essere utile. L’olio vegetale come l’olio d’oliva  applicato con un panno (fig. 27). È da preferire per oggetti che entreranno in contatto con i cibi invece dell’olio di balena o di tek .

VERNICIARE IL LEGNO

Verniciare è un arte e un buon risultato inizia dalla scelta della vernice. E’ possibile scegliere tra la vernice a olio a spirito (fig. 28) e quella acrilica ad acqua. Per entrambe le vernici l’applicazione è con un pen­nello. La differenza tra i risul­tati a livello ottico è minima. I pennelli usati con la vernice acrilica si lavano con acqua mentre quelli usati con la vernice a olio si puliscono con acquaragia minerale. Fondamentalmente la scelta della vernice è dettata essenzialmente dalla profondità dalla qualità del colore. Da un punto di vista della sicurezza, entrambi le vernici producono degli effetti collaterali, per quanto riguarda le esalazioni della vernice a olio stordiscono mentre quel­le prodotte dalle vernici acriliche seccano la gola ecco perché una maschera che ci protegga dalle esalazioni è fondamentale.

FINITURE SPECIALI

Una finitura speciale può essere realizzata per esempio sul legno di quercia americana, sfregando la superficie con una spazzola di ferro. Questa finitura crea la superficie irregolare molto bella da vedere e va  passata nella direzione delle fibre (fig. 29) e poi si chiude il lavoro con la finitura a olio.

Altra finitura speciali è la tecnica del fumo di candela. Asso nella manica per copri­re un legno non di buona qualità. Si comincia passando sulla superfi­cie la trattare della vernice a base d’olio, attendete che diventi appiccicaticcia e quindi passatevi la fiamma della can­dela (fig. 30) poi aspettiamo che la superficie diventi collo­sa (lo si può capire appoggiando il dito, deve mostrare un’impronta digitale). Dal momento che la vernice e la colla sono infiammabili lavorate all’aria aperta e con la fiamma della candela lontano dai pennelli.

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