Albero di terza grandezza, alto sino a 15 (25) m, a tronco diritto e corteccia grigia; ramuli glabri, di colore olivaceo, lucidi, molto fragili nelle inserzioni (donde il nome).
Foglie con picciolo (2 cm) glabro, ornato da 2 ghiandole in alto e con stipole semicordate caduche, a lamina lanceolata (6-7 x 1-4 cm) cuneata o rotondata alla base, grossolanamente seghettata ai margini, lungamente acuminata all’apice che di solito è asimmetrico, con la maggior larghezza nella metà basale, verde, glabra e lucida di sopra, più pallida e glaucescente di sotto.
Fiori in amenti contemporanei alla fogliazione; i maschili (5 cm) con due stami e antere gialle; i femminili (7 cm) più esili. Cassula glabra. Fiorisce da febbraio ad aprile.
Il Salice fragile vive in tutta Europa e nell’Asia occidentale, con esclusione delle estreme regioni nordiche: in Italia si trova in tutta la penisola e nelle isole, ove popola le rive dei corsi d’acqua sin verso gli 800 m d’altitudine. Ha importante funzione come specie consolidatrice dei terreni alveali, e viene coltivato, allevandolo a capitozza, per la produzione di vimini e pertiche.
Il legno, tenero e biancastro ha scarso valore tecnologico, inferiore a quello del Salice bianco.