Sono coleotteri la cui famiglia conta circa 1500 specie diffuse in tutto il mondo, amano le temperature molto calde e climi tropicali, in Italia ve ne sono circa 200 specie distribuite fra Toscana, Calabria e Sicilia; le dimensioni dei buprestidi variano dai 10 ai 40mm fino ad arrivare ai 7cm dell’euchroma gigantea del Sudamerica.
Il buprestide adulto è caratterizzato da un corpo ovale, dai colori forti e metallici, zampe e antenne corte, quasi tutte le specie sono dotate di ali posteriori non articolate ossia ali che non si piegano che permettono un’apertura istantanea e volo altrettanto rapido, sono insetti diurni e molto attivi e che in situazioni di pericolo o se disturbati sono in grado di simulare una morte apparente.
Il buprestide, a seconda delle dimensioni e della specie si nutre di parti diverse dei vegetali, per esempio le specie più piccole attaccano i fiori e le foglie, mentre quelle più grandi attaccano gli arbusti.
Le larve del buprestide sono eucefale ed apode, hanno un corpo di colore bianco, la testa rossastra e sclerificata e una lunghezza di circa 10-20mm. Le larve scavano profonde gallerie nella corteccia fino a raggiungere e creare l’ambiente ideale per lo sviluppo e la ninfosi, alcune specie di larve sono in grado di scavare queste gallerie nel sottile spessore delle foglie. Lo sfarfallamento avviene generalmente nel mese di giugno.
I buprestidi, a seconda della specie attaccano piante come il pero, il cotogno, il nespolo, il sorbo, il biancospino e il rosaio.
I danni non sono rilevanti.
Gli strumenti di lotta sono sostanzialmente gli stessi usati per altre specie di coleotteri: il metodo colturale è quello di tagliare i rami visibilmente colpiti e bruciarli, mentre per proteggere la corteccia dove le femmine generalmente depongono le uova, stendere delle strisce di colla adatta. Come rimedi chimici sono efficaci nebulizzazioni di insetticidi sempre a base di piretro.