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Profumatori ambientali e aroma terapia

Negli ultimi anni l’aromaterapia ambientale è un elemento nuovo che le aziende dovrebbero prendere in considerazione sia nell’ambito della psicologia del lavoro che per la prevenzione delle malattie professionali e per migliorare la qualità del lavoro.

Non solo l’uso dei profumatori con gli oli essenziali protegge delle malattie infettive, ma gli esperimenti hanno rivelato che gli aromi influiscono sull’efficenza con la quale i lavoratori compiono la loro attività. Non solo si sentono di miglior umore, ma tendono ad avere una struttura mentale più costruttiva e pensano con maggiore chiarezza ed intuito. (Dr. Barron, Perdue Univ. Indiana). In Giappone, Shimizu, la terza compagnia edile del paese, inserisce dei "diffusori di aromi" negli impianti di aria condizionata degli uffici e degli ospedali che costruisce, e propone degli aromi elaborati in funzione delle esigenze dei vari edifici: anti-stress per gli uffici, anti-batterici per gli ospedali, sedativi per le stazioni di treni e metro, etc…

La fede di Shimizu nella profumazione degli ambienti lavorativi con gli olii essenziali dell’ aromaterapia è giustificata dalle ricerche della più importante fabbrica giapponese di fragranze, Takasago, dalle quale risulta che le persone al lavoro sui computer  fanno il 54% in meno di errori di battuta  quando l’ambiente è profumato al limone, il 33% in meno col gelsomino e il 20% in meno con la lavanda.

L’altro aspetto della profumazione ambientale è quello della purificazione dell’ambiente dai virus, batteri e funghi. L’azione anti-batterica, anti-virale fungicida ed acaricida degli olii essenziali permette di neutralizzare gli effetti dannosi degli impianti ad aria condizionata che provocano allergie e malattie respiratorie e di limitare il rischio di contagio delle malattie infettive dovuto alla promiscuità di lavoro negli uffici, scuole, negozi, ecc…

Alcune essenze diffuse con i profumatori hanno inoltre la proprietà di ionizzare l’aria, risolvendo il problema dell’elettricità statica dell’ambiente legato al moltiplicarsi dei computer e delle attrezzature elettroniche negli uffici. Infatti, l’elettrizzazione ambientale che ne risulta può causare nervosismo, aggressività, eccesso di stress o i sintomi psico-somatici familiari ai lavoratori VDU (Video Display Unit). A questo proposito leggere "VDU Hazard Handbook" di London Hazard Center Trust e vedere i diffusori profumatori per computer.

La profumazione ambientale migliora "l’ambiente psicologico" del luogo di lavoro, influisce positivamente sia sui lavoratori che sui clienti ed è capace di incrementare la produttività e le vendite. L’aromaterapia al lavoro è un investimento sulla componente umana dell’ azienda e protegge la salute fisica e psichica del suo vero capitale. In effetti, la profumazione ambientale "umanizza" il luogo di lavoro e non è a caso che le essenze immuno-stimolanti, ionizzanti (negativamente) e destressanti sono quelle degli alberi (pino, cipresso, legno di rosa, ecc…). Con le loro fragranze, la profumazione ambientale porta al lavoro gli effetti benefici ben conosciuti delle grandi foreste.

Il futuro dell’aromaterapia aziendale è strettamente legato ai cambiamenti che segnano l’evoluzione delle modalità del lavoro in questo nuovo secolo. L’esigenza di qualità delle condizioni di lavoro non è più percepito come una rivendicazione dei lavoratori ma come un elemento di primo piano nel successo aziendale.

Bambù
Stimola l’attività mentale donando senso di serenità, sicurezza ed armonia, è consigliato in condizioni di confusione, indecisione o rabbia.

Camomilla
Fiore con proprietà calmanti per i nervi scossi, combatte la depressione e gli stati d’animo connessi.

Fragola
Frutto dall’aroma energizzante adatto a combattere la tensione e lo stress.

Ginepro
Pianta con proprietà purificatrici. Aroma indicato anche in ambienti poco aerati. Favorisce la respirazione e la concentrazione.

Mandarino
Frutto, il suo fresco aroma è consigliato per favorire la concentrazione e il dinamismo nello studio e nel lavoro. E’ afrodisiaco.

Miele
Essenza consigliata dagli aromaterapeuti per le sue proprietà calmanti e anti stress.

Vaniglia
Spezia, il suo aroma stimola la capacità di concentrazione e di apprendimento nello studio e nel lavoro. 

OLFATTO E PSICOLOGIA

Quando il profumo è un biglietto da visita

Un esperimento chiarisce perché associamo le fragranze a personalità, età, professioni.

Marco Pacori

Mai trovato che il profumo che usa una persona che conosciamo rispecchi veramente la sua personalità, il suo stile di vita o la sua professione o che, al contrario, non le si confà proprio? Probabilmente sì. E’ infatti un’esperienza decisamente comune.
A dispetto di una credenza piuttosto diffusa, questo abbinamento non dipende tanto dalla compatibilità tra il naturale odore della pelle e la fragranza del profumo; il più delle volte, infatti, questa sensazione di buon accostamento è frutto di un apprendimento inconscio.
In altre parole, con l’esperienza impariamo ad associare determinate essenze o "caratteri" del profumo (dolce, speziato, pungente, giovanile, ecc.) a un certo tipo di persone, ad un dato status o ad una particolare occupazione, al modo affrontare la vita o addirituttura all’età: così uno "chanel n° 5" lo percepiamo adatto ad una persona anziana e un profumo fresco e delicato ad un individuo giovane e vivace (e lo troviamo più indicato nel periodo estivo che in quello invernale). Un’acqua di colonia muschiata, secca e compatta, la riteniamo ad hoc su un professionista serio o su chi possiede una personalità rigida e conservatrice e via dicendo.

Un recente esperimento dei ricercatori Degel e Koster del "Centre Européen Des Sciences Du Gout" di Djion in Francia ha fornito ora le prove sperimentali di come sviluppiamo associazioni come queste.
Per provarlo, questi studiosi hanno reclutato 108 individui a cui hanno fatto svolgere dei test in stanze profumate al gelsomino, alla lavanda oppure non deodorate.
Più tardi tutti i soggetti sono stati riuniti in un’ampia sala e qui sono stati fatti assistere ad una proiezione di diapositive che raffiguravano diversi ambienti, compresi quelli in cui era iniziato l’esperimento.
Dopo aver guardato le scene, i partecipanti venivano invitati ad annusare 12 ampolle con differenti fragranze (tra cui, gelsomino, lavanda e una sostanza inodore) e ad esprimere la loro opinione su quali tra questi odori fossero adatti agli ambienti ritratti. Metà delle immagini, in realtà, conteneva degli elementi d’arredo – ripresi ai margini delle foto – dello stesso genere di quelli presenti nelle stanze dei test (oggetti in pelle e macchine del caffè).
Al termine, veniva chiesto a tutti di dare un giudizio sulla gradevolezza o meno dei 12 aromi ,di dire il loro nome e di riferire quando li avessero sentiti l’ultima volta.
Su oltre 100 persone, solo una si è mostrata capace di riconoscere il gelsomino e di ricordarsi che era presente nella "sala test".
Degli altri, nessuno era in grado di collegare odori e luogo di compilazione dei questionari.
Comparando i giudizi su gelsomino e lavanda e risultati dei test, ci si è accorti che il primo ha un effetto positivo nel migliorare le performance, mentre il secondo le peggiora.

Ma l’aspetto più interessante è emerso valutando i giudizi di approprietezza degli odori ad un dato ambiente: era sufficiente che nell’ambiente fotografato ci fosse un oggetto (una poltrona in cuoio, ad esempio) che richiamasse la stanza dei test profumata per far ritenere ai soggetti che lavanda o gelsomino fossero adatti al locale ritratto … l’esito è ancora più sorprendente considerato che nessuno era cosciente di aver colto un qualsiasi odore nel luogo dove aveva compilato i questionari né, men che meno, di aver notato gli "spunti" visivi che riallacciavano quelle stanze agli ambienti visti sullo schermo.

Riprendendo a questo punto il discorso fatto all’inizio, è probabile che nello stabilire se un profumo è in "linea" con una data persona, operiamo con un processo analogo a quello descritto nell’indagine illustrata. Detto altrimenti, nel corso dello sviluppo ci troviamo ad interagire con persone che appartegono a determinate categorie e attestano il loro "farne parte", vestendo in un dato modo e facendo uso di un certo genere di profumi.
Così, da adulti, nel momento in cui incontriamo qualcuno che per il suo aspetto, il suo modo di fare o il suo abbigliamento ci fa supporre di rientrare in una particolare "classe", automaticamente siamo in grado di giudicare se il suo profumo gli si "attaglia" o meno ed eventualmente quale tipo di colonia o profumazione gli "calzerebbe" a pennello.

Il profumo della mia casa

La pulizia in casa, prima di tutto, ma anche una buona profumazione, diversa da quella del detersivo, può accogliere nella vostra abitazione un ospite in maniera diversa. Negli ultimi tempi ormai i deodoranti per la casa sono diventati veri e propri profumi del tutto simili a quelli utilizzati dalle persone.

Ce ne sono di diverse profumazioni, solitamente tutte mutuate dalla natura (lavanda, agrumi, eucalipto, ecc.) ed in diversi formati: gel, vaporizzatori, candele, deodoranti elettrici. Questi ultimi sono più profumati, ed anche più pratici, degli altri, ma verso la fine assumono una profumazione strana, distorta, mentre quelli in gel e le candele mantengono il loro profumo inalterato fino in fondo. È anche vero, però, che le candele si consumano piuttosto velocemente, mentre quelli in gel e quelli elettrici durano all’incirca 6 settimane. Se preferite le candele, potete farle durare di più accendendole soltanto mezz’ora prima di entrare nella stanza oppure in occasioni particolari, per esempio se c’è un ospite a cena, così, oltre a profumare la stanza, esse creeranno anche un’atmosfera piacevole.

Chiaramente, come quelli per la persona, i deodoranti non vanno utilizzati per coprire gli odori. In cucina, ad esempio, fate svanire i cattivi odori di fritto, di pesce, di arrosto prima di attivare il deodorante; un buon metodo è quello di far bollire acqua e aceto, perché i vapori sprigionati assorbiranno tutti i cattivi odori della cucina. In ogni caso, è sempre meglio far aerare la stanza prima di entrarvi, soprattutto le camere da letto. Aprite le finestre e fate circolare l’aria fresca; i residui chimici dei deodoranti potrebbero irritare le mucose e farvi addirittura venire mal di testa. Un’altra accortezza va rivolta alle allergie; potrebbero verificarsi episodi allergici verso le sostanze che compongono il deodorante. Quindi, quando lo acquistate, fate attenzione a che non vi siano nella composizione del deodorante delle sostanze che potrebbero scatenare in voi o nei vostri familiari una reazione allergica.

Un’alternativa naturale ai prodotti chimici contenuti nei deodoranti sono gli oli essenziali, che potete acquistare in erboristeria e versare in appositi contenitori di creta che provvederanno a spanderli per l’ambiente circostante. Tenete in conto, però, il fatto che gli oli sono più delicati e meno resistenti delle profumazioni chimiche.

Ogni casa ha un suo odore caratteristico che gli abitanti non avvertono ma che lascia una traccia in chi entra che dispone o indispone l’ospite.
Come ci insegna l’aromaterapia, ogni odore ha su di noi un’ influenza a livello energetico, i diversi aromi profumati diffusi nelle stanze in cui viviamo ci permettono di curare i nostri stati d’animo negativi.
Molto usati per la loro efficacia sono gli olii essenziali, sono prodotti ottenuti tramite distillazione a vapore delle piante che danno origine ad un prodotto che genera un profumo molto più intenso della materia prima.

Nelle stanze in cui è richiesta concentrazione quali lo studio o l’ufficio sono perfetti il limone, il basilico ed il rosmarino; per la stanza da bagno vanno bene la salvia, l’abete, il pino, che svolgono un’azione detergente.
Se si vuole creare in camera da letto un’atmosfera sensuale possono essere impiegate le essenze esotiche di patchouli, sandalo, ylang ylang, se si vuole ottenere un’azione calmante i profumi da preferire sono la camomilla, il finocchio, la lavanda, la maggiorana, la rosa.
Per avere una ambiente stimolante in soggiorno vanno bene gli olii essenziali ottenuti da piante aromatiche quali il timo e la menta o il ginepro mentre se ci si vuole rilassare il legno di cedro e di sandalo, il neroli e la maggiorana hanno un effetto antistress.
In cucina per togliere l’odore dei cibi vanno bene gli agrumi: arancio, bergamotto, pompelmo e limone.

I metodi più comuni per diffondere aromi in casa sono

  • l’impiego di diffusori a candela, si riempie la parte superiore del diffusore con acqua, si aggiunge qualche goccia di olio essenziale e si accende la candelina sotto al recipiente che ha la funzione di scaldare l’acqua per diffondere l’aroma;
  • l’utilizzo di pot-pourri agli olii essenziali, si sistemano in un vaso o in un recipiente aperti di vetro ed hanno anche una funzione decorativa;
  • accendere candele profumate che hanno anche il pregio di riscaldare l’atmosfera della casa (si deve fare attenzione alla qualità della candela ed acquistare prodotti con confezioni che riportano l’origine ed i materiali usati in quanto spesso vengono realizzate con lacche e solventi tossici o addirittura con stoppini al piombo, sostanze che sprigionano nell’aria fumi che sono nocivi per la salute);
  • accendere bastoncini d’incenso, come per le candele è molto importante fare attenzione alla qualità di ciò che si acquista;
  • l’uso di nebulizzatori, vengono utilizzati per caricare l’aria di ioni negativi ma aggiungendo nell’acqua da nebulizzare gli olii essenziali si ottiene un profumo molto intenso e piacevole.

UN TEST ALLARMANTE DI 5 ASSOCIAZIONI EUROPEE DEI CONSUMATORI

Pieni di profumi al veleno

SOTTO ACCUSA I DEODORANTI PER INTERNI USATI ANCHE IN ITALIA. INVECE DI RINFRESCARE L’ARlA, L’APPESTANO CON MISTURE PERICOLOSE.

• BARBARA CATALDI

Dietro al "profumo di oceano" all’odore di lavanda e di limone in fiore possono nascondersi seri rischi per la salute. I pericoli peggiori naturalmente non derivano dagli effluvi che la natura sprigiona, quanto piuttosto dalle misture chimiche che tentano di scimmiottare fragranze e suggestioni.

I deodoranti per interni, per esempio, che spruzziamo, bruciamo sotto forma di candela o facciamo evaporare, convinti di rendere l’aria di casa più gradevole, finiscono coll’appestare l’ambiente con sostanze irritanti, allergeniche, e addirittura cancerogene.

L’allarme arriva dai risultati di un test realizzato da 5 associazioni dei consumatori europee su 76 prodotti di questo genere, in commercio in Italia, Spagna, Francia, Portogallo e Belgio.

Il Beuc (Bureau européen des unions de consommateurs), che rappresenta parte delle associazioni consumatori del Vecchio continente, allertato dai preoccupanti dati emersi dalle analisi, ha già avviato un confronto con la Commissione europea per chiedere di ritirareimmediatamente dal mercato i deodoranti casalinghi più pericolosi e rivedere in modo più restrittivo il Reach, il regolamento per la registrazione, valutazione e approvazione delle sostanze chimiche in discussione al Parlamento di Strasburgo.

Intanto oltralpe, dove l’emergenza è scoppiata già da qualche settimana, il mercato ha subito i primi contraccolpi. IL gigante della grande distribuzione Carrefour, per esempio, ha registrato il crollo del 60 per cento nelle vendite di questi prodotti.

DEODORANTI SPRAY – PEGGIORI 

MARCHIO

PRODOTTO

INQUINANTI

Glade

Essenze di natura "lavanda & violetta"

Irritanti,allergeni e sostanze sospette cancerogene

Air Wick

Rosa bouquet

Allergeni e sostanze sospette cancerogene

Air Wick

Les eaux parfumèes

"Mandarine & thè vert"

Irritanti, allergeni e sostanze sospette cancerogene

Ambi pur

Instant perfume Cashmere

Irritanti, allergeni, dietilftalato e sostanze sospette cancerogene

Glade

Muchetto di bosco

Irritanti, allergeni e dietilftalati

TAPPATEVI IL NASO

In Italia a mettere il naso nei deodoranti casalinghi in vendita in iper e supermercati è stata l’associazione Altroconsumo. Su 27 prodotti testati, solo 5 hanno superato la prova: gli spray Home fragrance White freesia and grapefruit di Glade e Deo Aromatherapy Limoni in fiore di Grey, i diffusori in gel Crystal’Air design Pur air di Air Wick e Gel deodorante fiorito di 11 Gigante, il diffusore liquido Green Apple di Glade.

L’esame ha coinvolto i deodoranti a rilascio immediato, come aerosol, vaporizzatori e spray, quelli a rilascio lento, come i gel e i liquidi, i diffusori elettrici e le candele profumate. Il risultato è stato decisamente allarmante: l’aria della stanza in cui sono stati utilizzati questi prodotti ha rivelato un’alta concentrazione di composti organici volatili inquinanti e cancerogeni. In alcuni casi il cocktail chimico ha superato la soglia di 1.000 mg/m 3. Troppo, se si considera che, secondo le autorità sanitarie Usa, in un ambiente indoor sano non dovrebbe superare i 200 mg/m 3.

Si va da sostanze irritanti per occhi, naso, bocca e gola, come l’acetaldeide, l’acroleina, l’etanolo e il tricloroetilene, a un perturbatore endocrino capace di danneggiare il sistema riproduttivo, il Dep o dietilftalato, dai profumi capaci di scatenare allergie come il D-limonene, il citronellolo e il lilial, classificati come allergeni dalla normativa sui cosmetici, che impone in questi prodotti la segnalazione in etichetta, ai muschi artificiali, sospetti perturbatori endocrini, fino ai micidiali cancerogeni benzene e formaldeide.

Le analisi svolte

"Per realizzare il test, abbiamo utilizzato i deodoranti come avrebbe fatto un consumatore qualunque e poi abbiamo misurato il picco di concentrazione delle sostanze diffuse nell’aria", spiega al Salvagente la dottoressa Claudia Chiozzotto dell’ufficio tecnico di Altroconsumo. E precisa: "Non abbiamo fatto analisi sul prodotto ma solo dell’aria presente nella stanza in cui è avvenuta la prova, perché l’importante era valutare i rischi dei prodotti in fase d’uso".

Ma come è possibile che tanti veleni finiscano in flaconcini o candele destinate a diffondere il loro contenuto in ambienti domestici in cui possono trovarsi, tra l’altro, anche bambini, asmatici, donne incinte o anziani? La risposta è semplice. Non esiste una normativa specifica che regolamenti con rigore cosa può finire dentro questi prodotti e soprattutto che stabilisca una prova d’uso a cui sottoporli prima di metterli in commercio.

I deodoranti per interno, infatti, non sono né cosmetici né detergenti, anche se come questi vanno considerati ormai beni di largo consumo a cui si è esposti anche quotidianamente.

"Non esiste una metodologia standard per eseguire un test d’uso, dal momento che le aziende che li confezionano non l’hanno mai previsto", denuncia Claudia Chiozzotto, "per questa ragione per mettere in piedi la prova abbiamo dovuto allestirla da soli".

Non sorprende, quindi, lo stupore delle aziende nel leggere i dati sulla concentrazione di inquinanti esalati dai loro prodotti. "Probabilmente molte delle sostanze tossiche, come benzene, formaldeide e stirene sono rilasciate dalla plastica delle confezioni", ipotizza la Chiozzotto. "Soprattutto i concentrati potrebbero avere qualità chimiche che intaccano la plastica dei contenitori. Il laboratorio, per esempio, ha testato l’aria tra il tappo e il liquido trovando molte delle sostanze indesiderate. Ciò dimostra che potrebbe esserci un rilascio dal flacone.

Altroconsumo ha già inviato una lettera al ministro della Salute e a quello delle Attività produttive chiedendo di ritirare dal commercio tutti i deodoranti casalinghi che rilasciano benzene e formaldeide, di sottoporre l’intera categoria di articoli a prove d’uso e di obbligare i produttori a segnalare in etichetta allergeni e irritanti.

DIFFUSORI GEL – PEGGIORI 

MARCHIO

PRODOTTO

INQUINANTI

Air Wick

Decosphere Vanilla & Orchidèe

Benzene, irritanti, allergeni e sostanze sospette cancerogene

Glade

Gel lavanda e violetta

Irritanti, allergeni, muschi artificiali, dietilftalato e sostanze sospette cancerogene

Ambi pur

Odyssey

Formaldeide, eteri di glicole, allergeni, e sostanze sospette cancerogene

Compagnia delle indie

Profumi d’oriente

Fragranze new age

Irritanti, allergeni, eteri di glicole e sostanze sospette cancerogene

 

INTERVISTA AL TECNICO DI JOHNSON WAX ITALIA

"Test di sicurezza? Da noi mai fatti"

GLI INDUSTRIALI SORPRESI E PREOCCUPATI SI DICHIARANO PERÒ APERTI AL DIALOGO.

L’accusa di produrre deodoranti per interni pericolosi per la salute umana, e potenzialmente cancerogeni, alle aziende proprio non va giù. Di fronte ai dati sconcertanti del test europeo si mostrano sorprese e preoccupate. Attraverso la posizione unica di Assocasa, l’Associazione nazionale prodotti per la casa che le rappresenta in Italia, sollevano dubbi sulla modalità con cui sono state eseguite le misurazioni dei livelli di concentrazione dei composti organici volatili trovati nell’aria, ma poi si dichiarano disponibili ad aprire un dialogo con consumatori e istituzioni.
Anche loro si chiedono da dove possono provenire gli inquinanti rilevati nelle esalazioni dei loro prodotti, pur confessando un grave difetto di negligenza: non aver mai eseguito prove d’uso per valutarne la sicurezza. "Prove di sicurezza simili a quelle fatte dalle associazioni dei consumatori, dai produttori non vengono mai eseguite", conferma Massimiliano Branchini, responsabile tecnico della Johnson Wax Italia, proprietaria del marchio Glade. E aggiunge: "Di solito prima di mettere i deodoranti in commercio si realizzano controlli e verifiche solo sulle formule. Il prodotto in uso viene provato solo per verificarne la performance, l’efficacia, la durata. Per i diffusori elettrici i controlli sono sull’impianto del dispositivo elettrico".

L’impatto sulla salute e sull’ambiente degli effluvi profumati, dunque, non rientra nelle preoccupazioni immediate delle aziende, ma perché avvelenare i deodoranti aggiungendo nelle formulazioni benzene e formaldeide, due sostanze la cui cancerogenicità è accertata? "La formaldeide è un conservante economico ed efficace, ma quasi più nessuno la usa", assicura Branchini. "Si ricorre piuttosto ai suoi precursori, come si fa con i cosmetici, perché le concentrazioni di formaldeide che rilasciano sono molto più basse. Per quanto riguarda il benzene, invece, è bene ricordare che la sua immissione in commercio è vietata, dal momento che è classificato come Cmr2.
La presenza di tracce, però, è tollerata nella materia prima fino alla soglia di una parte per milione (lppm). Nei deodoranti per interni e nelle candele profumate potrebbero essere trovate delle impurità perché i solventi e le paraffine utilizzate per produrli sono derivati del petrolio, che a sua volta naturalmente contiene benzene".

In effetti, nei diffusori non può finire qualunque cosa. Seppur inadeguate per garantire la salute dei consumatori, infatti, esistono due direttive europee che regolamentano il settore: la 67/548/CE sulle sostanze pericolose, arrivata al suo diciannovesimo aggiornamento, e la 1999/45/CE sui preparati pericolosi. La normativa in vigore per i deodoranti casalinghi è molto meno rigorosa di quella che riguarda i cosmetici e in più soffre delle stesse anomalie.
Una sostanza considerata un possibile disturbatore endocrino dannoso per il sistema riproduttivo, come il dietilftalato o dep, per esempio, può finire in un deodorante per la casa o in un profumo perché le norme italiane ne facilitano involontariamente l’uso. Tra le denaturazioni standard dell’alcol etilico a cui si può far ricorso per pagare meno tasse, se non si ha intenzione di produrre bevande alcoliche, la legge ne prevede per esempio una a base di dietilftalato.

DIFFUSORI ELETTRICI E CANDELE – PEGGIORI 

MARCHIO

PRODOTTO

INQUINANTI

Air Wick

Mobil’ Air "vanilla &Orchidea"

Formaldeide, eteri di glicole, allergeni e sostanze sospette cancerogene

Glade

Circul’Air Orient night

Formaldeide, dietlftalato, allergeni e sostanze sospette cancerogene

Ambi pur

Harmony (Vanilla &giglio)

Formaldeide, eteri di glicole, allergeni e sostanze sospette cancerogene

Auchan

Profumo marino

Formaldeide, eteri di glicole, allergeni e sostanze sospette cancerogene

Air Wick

Magic candle

"Spice &cinnamon"

Irritanti, allergeni e sostanze sospette cancerogene

ANCHE DA NOI: BASTONCINI D’INCENSO I PIU’ TOSSICI

Tra i prodotti destinati alla profumazione degli ambienti interni, i bastoncini d’incenso sono risultati i più tossici di tutti. L’associazione di consumatori francesi "Que choisir" ne ha testato due confezioni che non sono in commercio in Italia, ma che assomigliano molto a quelle che troviamo in vendita anche nel nostro paese sulle bancarelle o sugli scaffali di negozietti e supermercati. Il risultato è preoccupante. I fumi esalati dalle stecche che bruciano contengono altissime concentrazioni di inquinanti. Ushuaia fleur de vanille, per esempio, su un’emissione di 1.725 mg/m3 di dietilftalato e 69 mog/m3 di formaldeide.

Oltre a subire le conseguenze dovute all’aumento del tasso di anidride carbonica e di polveri fini presenti nell’aria, a causa della combustione del bastoncino, chi utilizza l’incenso in questa forma paga lo scotto di non avere informazioni né garanzie  

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